A.A.A. amanti del mare cercasi!
A settembre, nel Salento, possiamo assistere ad una dualità di sentimento nei confronti del mare. Ci sono quelli che già i primi di settembre ripongono costumi, teli, ombrelloni e quant’altro nelle scatole in fondo agli armadi; e poi ci sono quelli che con dolce ostinazione frequentano il mare fino a che i venti autunnali non lo sferzano e le piogge non inumidiscono la sabbia.
E voi a quale categoria di pensiero appartenete?
Io ho vissuto appieno questa dualità di sentimento, ritrovandomi a seconda degli anni, in uno o nell’altro. Quando ero piccola, mia mamma, portava me e i miei fratelli, al mare “fino alla fine”, un po’ perché tenerci a casa era quasi impossibile, un po’ perché il mare di settembre aveva qualcosa di diversamente bello, di unico, che gli altri mesi estivi era difficile da vedere. Crescendo e lavorando, un po’ si è costretti a dire la fatidica frase: “basta mare”, ma lo dici con quella nostalgia di chi vorrebbe in fondo al proprio cuore, che non finisse mai. Poi nelle ultime estati qualcosa è cambiato. Mi son detta, perché negarsi la bellezza del mare di settembre, quando la si può vivere appieno?
E così è stato.
Il mare di settembre lo riconosci subito che è diverso. L’acqua e le onde hanno mille colori, dal celeste intenso della riva, al blu oltremare del mare aperto. Il cielo, ormai alleggerito dal peso dell’umidità estiva, si riflette limpido, nella grande distesa d’acqua, risaltandone il colore. Tra le onde, pesci fugaci e intrepidi, fanno capolino, segno che gli abitanti del mare , stanno riprendendo il loro posto. Sulla spiaggia, spuntano, quasi fuoriposto, germogli di semi, un po’ ovunque, creando in chi li vede, stupore e sorrisi. Non ci si aspetterebbe, che il seme di anguria lasciato, lì germogli nella sabbia, eppure la natura fa i suoi miracoli giornalieri. Anche il rumore del mare è più definito, lo sciabordio delle onde si sente in modo deciso, e in alcuni punti, quando incontrano le conchiglie, nasce un suono quasi magico, impossibile non fermarsi ad ascoltarlo. L’odore della salsedine, vaporizzata nell’aria dalle onde, rinvigorisce il respiro, diventando parte di noi.
Sembra quasi che il mare riveli il suo momento più bello proprio all’ultimo. E forse è proprio così, o no? O siamo noi che già nostalgici della fine dell’estate, vediamo le cose con occhi diversi? Ci accorgiamo, sul finire dei momenti, di cose che altrimenti non ci saremmo mai accorti prima. Fissiamo i rumori, gli odori, le sensazioni che ci dà quel posto e le portiamo con noi, ricordandone gli sprazzi, nei momenti di lontananza in autunno e inverno, aspettando che una nuova stagione cominci.L’attesa senza fretta, che qualcosa di nuovo cominci, è il motore della nostra vita. Per cui solcate le onde della vostra giornata, con il pensiero rivolto al mare, che non smette di andare a riva e di tornare al largo, cercando in fondo in fondo il proprio equilibrio.
In fotografia: Torre Chianca, Marina di Lecce