Mi piace raccontare sempre dell’ ultimo libro che ho letto, comunicare le sensazioni che mi trasmette e condividere opinioni, giudizi, analisi.
Ho letteralmente divorato D’Aria, un romanzo delicato, scritto da Loredana Ruffilli, una storia d’amore tra la protagonista, la giovane avvocatessa Daria Marti e l’artista Luca Maiorano, pubblicato da Edizioni Esperidi. Mi ha fatto gentile dono del romanzo il marito della scrittrice, l’amico Ennio e del gesto gli sono grato giacché un libro resta sempre il miglior pensiero per una persona cara.
Loredana Ruffilli non è alla sua prima opera. Per Pubbligrafic ha pubblicato Double face: l’apparenza inganna (2005) e La cura dell’attimo (2007), per Lupo Editore ha pubblicato Come lei mi insegna (2011), Una famiglia di sabbia (2015) e Ciao Topolino (2018). Loredana Ruffilli è conterranea, nata a Squinzano. È docente di lingue straniere.
L’amore si origina negli uomini in modi diversi fra loro e l’amore tra Daria e Luca sgorga nel 1987 già quando la protagonista rivede per la seconda volta, occasionalmente, il giovane artista. Due incontri casuali e i loro sguardi si incrociano, il primo in occasione di una mostra fotografica al Carlo V di Lecce, il secondo in auto nel Foro Boario mentre Daria è nella 127 che il padre le aveva prestato e Luca nella Ibiza bianca parcheggiata poco distante.
La lettura del romanzo scorre piacevolmente, la narrativa ricorre spesso a metafore che ne rafforzano lo stile, uno stile garbatamente antico che rimanda ai classici del romanticismo.
Tutto è già scritto e non si può fare nulla per cambiare il destino, scrive l’autrice , ed è così che diventa fatale il terzo occasionale incontro. Daria beve un caffè in piedi nel bar “Commercio” e spintonata da altri avventori versa la tazzina di caffè per terra. È così che, nel tentativo di raccoglierne i cocci, due teste si sfiorano e due sguardi si intrecciano, si, era proprio quel giovane che si era presentato col nome di Luca.
Da lì a poco il trasporto e la complicità tra i due diventa totale e l’autrice racconta la loro perturbante intimità in modo mai scontato e sempre ricco di sensazioni profonde , tal che diventa quasi normale immedesimarsi nei protagonisti.
Anche il dramma della morte della madre di Daria, avvenuto per una leucemia, suscita molti pensieri nel cuore e viene raccontato dall’autrice con la fatalistica consolazione per cui nella morte non c’è disuguaglianza e che è una logica certezza per tutti.
Daria nel frattempo , dopo un periodo di praticantato diventa un avvocato e la loro storia d’amore si infittisce di varie vicende, anche drammatiche.
Non approfondisco ulteriormente la trama del romanzo, priverei ogni lettore del piacere di vivere rigo per rigo una storia che appassiona, coinvolge, emoziona , una storia che non lascia frammenti confusi da mettere uno accanto all’altro. Una storia semplice eppure deflagrante che ci pone domande fondamentali sui legami che forgiano le nostre anime, sulla nostra capacità di cambiare, sul destino che unisce e separa.
D’Aria è stato per me un romanzo intenso, a tratti potente, ricco di saggezza e bellissimo anche nella descrizione dei nostri luoghi.