Non mi emoziona il populismo così come, allo stesso modo, non mi spaventa l’antipolitica. Piuttosto, mi piace che la gente si rivolti contro gli abusi della politica ed i privilegi di palazzo. Senza esagerare, però, perché l’antipolitica è una cosa, l’anti-intelligenza è un’altra. Quest’ultima è una forma di anti-populismo mediatico che espone alla gogna giudiziaria ogni persona che ricopra una carica per un periodo, considerato dal gran giurì, troppo lungo. Una sorta di vergogna, o colpa inconscia, che dev’essere cancellata con una folata di giustizialismo corrotto e, spesso, demenziale.
Ad esempio, ho sempre considerato un’idiozia proporre un tetto di due legislature ai parlamentari, così come lo è stato per i sindaci. Tutti sappiamo che in ogni mestiere, dal più umile al più nobile, dal più semplice al più complesso, si ha bisogno di anni per diventarne padrone. Una proposta del genere ridurrebbe la politica alla stregua della divertentissima “Corrida, dilettanti allo sbaraglio” condotta da Corrado. Dacché esiste la politica esistono le classi dirigenti che vengono formate e non sorteggiate. Aristotele nella sua opera “Politica”, più di duemila anni fa, parlava di tre forme di governo: la monarchia, governo di uno solo, che si contrapponeva alla tirannide, nella quale un solo uomo di impossessava del potere; l’aristocrazia, governo di pochi, dei più adatti a governare, che si contrapponeva all’oligarchia, governo di pochi, non sempre i migliori; infine la politeia ossia la democrazia, il governo della massa.
Se si dovesse giungere all’approvazione di una legge sulle due legislature rischieremmo di non rientrare in nessuna delle tre precedenti forme di governo, subendo un’ulteriore degenerazione, peggiore di quella già avvenuta con l’ascesa del Movimento 5 stelle, con la quale si è passati dall’aristocrazia politica all’oligarchia, cioè al governo di pochi, non necessariamente buoni, come diceva Aristotele.
Se una tale legge fosse stata adottata in Italia e nel mondo, ci saremmo persi tutti i grandi leader politici e statisti che abbiamo avuto. Nessuno di loro avrebbe avuto il tempo d’imparare. Senza considerare il fatto che, come si dice comunemente, “fatta la legge trovato l’inganno”, rischieremmo di vedere seduti in Parlamento i portaborse dei parlamentari che rientrerebbero dopo una legislatura, restandoci per altre due e così via.
Una tale degenerazione ci porterebbe all’Oclocrazia di Polìbio, una forma degenerata di democrazia, ossia “il governo del peggio del popolo”. O già ci siamo?