di Rocco D’AMBROSIO
Gesù compie il tempo, cioè colma le attese del suo popolo e afferma che ciò che hanno sempre cercato sta ora li, a portata di mano: “il regno di Dio è vicino”. È Lui vicino e ciò che Lui inaugura, si realizza con Lui.
Il Vangelo odierno: Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. (Mc 1,14-20).
“Il tempo è compiuto”è un’affermazione che ha un suo profondo fascino. Spesso per noi il tempo non si compie mai: corriamo, progettiamo, rinnoviamo, inseguiamo persone, mete, risultati e così via. Il guardare l’orologio è uno di quei gesti simbolici di rincorsa del tempo. Ovviamente c’è un’eccezione: quando otteniamo quello che abbiamo sperato e cercato con tutto noi stessi. Allora vorremo che il tempo si fermasse. Ma poi non va così e via verso un altro compimento del tempo. È questa la vita, in ambedue i casi, di “rincorsa o trattenimento”del tempo: Agostino direbbe che viviamo costantemente di tempo come “ricordo del passato, attesa del futuro e attenzione al presente”. E, in tema di crisi e di guerre, ricordi, attese e attenzioni hanno un sapore tutto particolare.
Gesù compie il tempo, cioè colma le attese del suo popolo e afferma che ciò che hanno sempre cercato sta ora li, a portata di mano: “il regno di Dio è vicino”. È Lui vicino e ciò che Lui inaugura, si realizza con Lui. Che significa tutto questo per me o per te, che spesso o corriamo verso compimenti del tempo o ci aggrappiamo nostalgicamente a tempi che furono? Penso voglia dire molte cose.
Prima di tutto ci insegna che è Gesù a compiere il tempo, Lui, non noi. Per quanto bravi possiamo essere è Lui il padrone del tempo, dell’agenda del mondo e della mia personale agenda. Lui solo dispone e governa il mondo, tutto, in maniera mite e amorosa. Secondo elemento. Il compimento è vicino, è a portata di mano. La nostra fede non è mai ricerca di Dio fuori del mondo e della storia, ma sempre in ogni ambiente e in ogni frangente temporale. Terzo elemento: per quanto vicino è un po’ sfuggente, ci vuole un po’ di fatica. Questa fatica si chiama conversione. “Convertitevi e credete nel Vangelo”.
Il termine conversione è un termine pesante: in genere richiama peccati e tentativi falliti di migliorare. In greco il termine – metanoeite – ha a che fare con un cambio di mentalità. Per ora fermiamoci qui. Per capire Gesù che compie il tempo dovremmo cambiare un po’, o forse tanto, della nostra mentalità. Dovremmo cedergli lo scettro del nostro tempo. Troppe corse con il tempo o troppe nostalgie di tempi passati non ci aiutano. Il tempo è ora. E Lui è vicino. Ci porta pienezza. Come? Chiedetelo a chi lo vive…
Rocco D’AMBROSIO (www.rocda.it) è presbitero della diocesi di Bari, ordinario di Filosofia Politica nella Facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana di Roma. Autore di diversi saggi, si occupa di formazione sui temi di etica politica e pubblica, collaborando con diverse istituzioni civili ed ecclesiali; presiede l’Associazione Cercasi un fine, impegnata nella formazione politica e nell’accoglienza di migranti (www.cercasiunfine.it).