Dopo mesi di impegno, duro lavoro, collaborazioni importanti, gennaio è il mese della ri-nascita di Masseria “La Tenente”.
E dettagliatamente il 26 gennaio il Comune di Copertino consegnerà a Caritas Diocesana e alla Fondazione Fare Oggi questo bene confiscato alla malavita organizzata.
Nel febbraio 2023 l’illustrazione ufficiale del progetto di recupero della masseria “La Tenente”, bene sequestrato nel marzo 2014 alla criminalità organizzata e divenuto nella disponibilità dello Stato nei pressi di Copertino.
L’amministrazione comunale guidata dal sindaco Sandrina Schito ha seguito i lavori, già affidati alla ditta Guida costruzioni, che hanno permesso di restituire nel primo mese del 2024 il bene alla comunità e consolidare così il programma sulla legalità diffusa che il primo cittadino e la sua amministrazione perseguono con dedizione fin dall’ insediamento.
Il 19 marzo del 2014 la direzione investigativa antimafia di Lecce, dopo la conferma in Cassazione, diede corso a un provvedimento emesso dalla prima sezione penale del Tribunale di Lecce, rendendo così possibile da parte dello Stato di incamerare il bene di proprietà di Lucio Vetrugno, meglio noto come ‘Lucio della tigre’ ammazzato nel dicembre del 2010 proprio nelle vicinanze della masseria. L’immobile è ubicato lungo la provinciale 124 per Carmiano, nelle campagne di Copertino.
Per il recupero e il progetto di riqualificazione l’amministrazione comunale di Copertino ha utilizzato un finanziamento della Regione Puglia di un milione di euro, ottenuti nel 2021 con la partecipazione ad un avviso specifico per il riutilizzo dei beni confiscati alla malavita.
‘Masseria La Tenente diventerà – così come si legge sul profilo facebook di don Giuseppe Venneri, direttore della Caritas diocesana di Nardò-Gallipoli– segno tangibile di riscatto del bene sul male, della comunità sull’individuo, della comunione sull’egoismo attraverso il recupero dei terreni e dell’uliveto per riportali a produzione, la realizzazione di aree per lo svago e il tempo libero, mostre d’arte, museo diffuso, laboratori di cucina e degustazione prodotti tipici, cicloturismo, programmi tutti legati al Progetto Opera Seme’.
E conclude ancora don Giuseppe: “Rinasce il territorio, vive la comunità!”