A dire il vero non riesco a definirlo tale senza pensare alla connotazione più negativa possibile del termine. Preferisco amore mio. È più consono e adatto al tipo di rapporto così speciale come quello che si viene a creare con lui.
Diciamolo chiaramente. A parte gli infami, mi riferisco alle circa 50 mila persone o famiglie che abbandonano ogni anno un cane per le strade della penisola, come fosse un rifiuto, il nostro amico non è semplicemente un animale domestico. È molto di più. Un compagno leale che condivide con noi momenti gioiosi e tristi. Tu sei lì e lui … pure. Non si muove.
La sua capacità di percepire le emozioni umane e a rispondere con empatia è straordinaria.
Il mio Burt riconosce le mie espressioni facciali, i toni della mia voce, il mio umore e, qualunque sia il mio stato, non si muove da lì. Il cane è “terapeutico”.
Hai bisogno di relax? Prenditi un cane. Sei nervoso? Prenditi un cane. Sei cieco? Il cane ti accompagna. Rischi di affogare? Il cane ti salva.
Solo l’accarezzare un cane è un’azione sufficiente ad abbassare la pressione sanguigna e ridurre l’ansia. Lo scrivono le riviste scientifiche.
Il minimo impegno per avere un cane in famiglia è ampiamente ripagato dal suo amore incondizionato e dalla sua lealtà, senza dubbio, senza pari. La sua amicizia è per sempre. Il suo rispetto e la sua devozione sono trascendentali.
Non so se lui pensa le stesse cose di noi. Credo proprio di sì, poiché il nostro amico non conosce la cattiveria e non è capace di impararla dall’uomo. Lui, il mio amico, ha un’animo puro, autentico, genuino.
È schietto. Al contrario dell’uomo.