“Il teatro è uno strumento potente per raccontare la violenza. E credo sia il modo migliore attraverso il quale le nostre figlie e i nostri figli possano imparare a riconoscere i primi segnali per tempo”.
Così Antonella Pappadà,
L’appuntamento è per sabato prossimo 30 novembre, alle ore 19.30, nella sala teatro delle Manifatture Knos, in via Vecchia Frigole, a Lecce (ingresso gratuito).
L’iniziativa, patrocinata dalla Provincia di Lecce, è stata presentata oggi, a Palazzo Adorno, dalla stessa consigliera di Parità Antonella Pappadà, insieme al capo di Gabinetto Antonio Perrone, al dirigente del Servizio Risorse umane e pari opportunità Pantaleo Isceri e al regista Antonio D’Aprile.
Il 30 novembre, sul palcoscenico delle Knos, ci sarà la compagnia Diversamente stabili, con Antonio D’Aprile, nel doppio ruolo di regista e attore, Sara Pascali, nel ruolo di Antonia e Lorenzo Stamerra, in quello del Professore. Scene e costumi sono a cura di Benedetta Pepe.
“Ritengo sia fondamentale poter accompagnare la crescita dei ragazzi e delle ragazze con la frequentazione di corsi di teatro per poter sviluppare l’empatia. Chi diventa adulto senza sapersi mettere nei panni dell’altro è privo di quegli strumenti che potrebbero salvarlo dal coltivare frustrazioni, sentimenti di rabbia e di impotenza in una società che ci chiede sempre più di essere perfetti e performanti. Allo stesso modo, una battaglia urgente è l’educazione all’affettività nelle scuole che accompagnerebbe i ragazzi e le ragazze all’educazione alla sessualità, oggi non consentita”, ha sottolineato, nel suo intervento, la consigliera di Parità Antonella Pappadà, che ha scelto simbolicamente di far rappresentare l’opera teatrale oltre la data del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, proprio per continuare a parlare di questo drammatico fenomeno sociale e culturale.
“Coppia aperta, quasi spalancata” è la storia tragi-comica di una coppia che si confessa come durante una seduta dallo psicologo… ma in questo caso ad ascoltare è il pubblico, invocato come complice e testimone dai due protagonisti della pièce. Il testo, scritto da Dario Fo e Franca Rame all’inizio degli anni ’80, racconta il tentativo di mettere in atto la “coppia aperta” da parte di Antonia che, rassegnata ai continui tradimenti del marito, decide di accettare la situazione ed esercitare il suo diritto di fare altrettanto. Dopo anni di avventure extra-coniugali con giovani donne e giustificazioni di ogni tipo (lui), finti suicidi, momenti di disperazione e tentati omicidi (lei), è il momento della “parità”: è lei a conquistare l’atomico aspirante Premio Nobel e cantate rock per passione, e a mandare in crisi il fedifrago impenitente nel momento in cui l’uomo realizza che sta per perdere la moglie… perché quando una donna tradisce lo fa con il cuore.
Antonio D’Aprile è attore, regista e teatroterapeuta. Inizia la sua formazione di attore nel 1999 all’interno di numerose compagnie della provincia di Lecce, che lo porterà a recitare in tutti i teatri del Salento. Nel 2011 si trasferisce a Roma, dove, oltre a diventare allievo del doppiatore Roberto Chevalier, si specializza in Regia Teatrale presso l’Accademia Europea d’Arte e Spettacolo di Roma. Nel 2012 viene selezionato dall’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” per un corso di specializzazione in recitazione cinematografica. La sua formazione continua tuttora a Roma con il regista Michael Margotta (membro a vita dell’Actor’s Studio di New York e di Los Angeles) Nel 2015 consegue la specializzazione in Teatroterapia presso la Scuola di Formazione in Teatroterapia di Milano, diretta dallo psicoterapeuta Walter Orioli. Oltre al lavoro di attore teatrale e cinematografico si occupa della direzione di laboratori teatrali sia in ambito clinico sia in ambito socio-educativo.
Prodotto dall’Associazione culturale Diversamente Stabili e dalla Zattera di Ulisse – Impresa sociale, lo spettacolo teatrale “Coppia aperta, quasi spalancata” è inserito nella rassegna itinerante contro la violenza di genere “Sesso: femminile singolare”, progetto finanziato dal Fondo speciale Cultura e Patrimonio culturale della Regione Puglia.