di Luca Santoro
C’è un momento tra cielo e mare in cui il tempo sembra fermarsi. Ed è proprio lì che inizia un viaggio quando il sole riflette sulle onde e la prua dell’unità de “La Danse Grand Soleil” taglia l’orizzonte con una promessa: quella di portarci a 47 miglia verso l’isola di Othonoi, la più occidentale delle Ionie: la meno conosciuta ma la più misteriosa.
La leggenda vuole, infatti, che Othonoi sia l’isola di Calipso, la ninfa che trattenne Ulisse per sette anni durante il suo lungo viaggio di ritorno ad Itaca come raccontato nell’Odissea di Omero. Una volta sbarcati, infatti, si capisce il perché: l’isola è un paradiso incontaminato con spiagge bianche come quella di Aspri Ammos, calette nascoste e un entroterra collinare ricco di uliveti e sentieri.
A guidare questa traversata non è un semplice marinaio ma un uomo che il mare lo vive, lo
respira e lo racconta: il comandante Diego Rizzo. «Diego, potresti raccontarci brevemente cosa rappresenta per te il mare?».
«Per me il mare è casa ma anche confine. Ogni onda sembra portare via un pensiero e restituirmi qualcosa di nuovo: pace, ispirazione o semplicemente silenzio. Da bambino, insieme a mio padre Pino lo ammiravo con meraviglia mentre oggi lo guardo con rispetto».
Ecco che durante la traversata ci lasciamo incantare dalla bellezza grezza del paesaggio:
scogliere selvagge, baie nascoste e il blu che muta sfumatura ad ogni ora. Diego indica i punti d’interesse, storie di pesatori e leggende tramandate solo tra chi conosce davvero questo tratto di mare.
Quando finalmente scorgiamo Othonoi sembra un miraggio: selvaggia, solitaria, lontana da tutto. Sull’isola, il tempo sembra aver rallentato o, forse, si è adattato ad un ritmo più umano.
Sulla costa nord orientale, invece, c’è Kassiopi un antico villaggio di pescatori trasformato
in un elegante località balneare. Il suo castello bizantino domina il porto mentre le sue spiagge di ciottoli invitano a lunghi pomeriggi si sole.
Per non parlare di Erikousa, una piccola isola verdeggiante a nord di Corfù, perfetta per chi cerca un momento di tranquillità assoluta. Le sue pinete con le spiagge silenziose, infatti, evocano un contatto diretto con la natura incontaminata.
Purtroppo si fa rotta verso casa approdando a Santa Maria di Leuca, il tacco d’Italia, dove
l’unione tra i due Mari si trasforma in un’avventura e acque turchesi.
Un itinerario breve ma intenso, tra terra e mare, dove ogni tappa è stata una scoperta.