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sabato, Luglio 27, 2024

Uomo, essere superfluo

Da Leggere

Flavio Carlino
Flavio Carlinohttp://ilgiornaledelsalento.it
Avvocato e Dottore Commercialista Pubblicista

La giornata contro la violenza sulle donne è sempre una gran bella occasione per spiegare ai “macho” che le donne non si maltrattano, ma considerato il numero delle vittime, essa non sembra sortire i risultati sperati. Forse, per far capire al macho di turno che la sua mascolinità sta per essere estromessa dalla vita quotidiana delle donne, è più efficace riferirgli che la scienza ha trovato il modo di sostituirlo. Infatti, se gli uomini scomparissero dal pianeta, le donne da sole potrebbero continuare a salvaguardare il genere umano mediante la partenogenesi, un modo di riproduzione diffuso in alcune specie di piante e animali in cui lo sviluppo dell’uovo avviene senza che sia stato fecondato. Ciò è possibile giacché esse dispongono di un insieme completo di cromosomi.

Lo ha dichiarato il Prof. Konstantin Krutovsky, primo ricercatore dell’Istituto di genetica generale dell’Accademia Russa delle Scienze e docente alla Texas A & M University. Secondo gli scienziati dell’Accademia, il cromosoma Y maschile è un piccolo frammento del cromosoma X femminile, da cui solo il 10% dei geni è rimasto nel processo di evoluzione. Per questo le donne, a differenza degli uomini, possono riprodursi senza fecondazione.

Perciò, caro maschio alfa, se sapessi farlo leggeresti che presto non ci sarà più bisogno di te per dare un futuro alla razza umana. Sarà sufficiente una cellula, qualche strumento di laboratorio e dei topi. Complice del tradimento genetico, la scienza, che si sta adoperando per ridurre l’uomo ad animale in via d’estinzione, come il gorilla di montagna, del quale si contano ormai poche centinaia di esemplari.

Caro macho, non so se, e fino a quando, ti convenga fingere di non aver appreso la notizia, o esorcizzarla con l’ironia, ma se ti affacci dal tuo ego e ragioni con gli occhi della specie, forse lo capirai. Verrà  abolito l’uomo e finanche il sesso, ultimo baluardo della mascolinità. Per procreare non ci sarà più bisogno di quei microscopici e goffi esseri dal lungo flagello e del loro impervio viaggio attraverso le tube di Falloppio per congiungersi con l’ovocita, ma sarà sufficiente la cellula di una bestia qualunque, quella il cui nome della femmina, con portentoso vaticinio, è stato da sempre negativamente attribuito, dal giudizio popolare, alla donna che tradisce l’uomo.

Sopravvive, quindi, ancora una volta, la donna, poiché “mater semper certa est”, e si consuma, ahimè, un nuovo “ratto delle Sabine”, dove il rapimento delle donne ad opera di Sua Maestà Romolo, cede il passo alla loro fecondazione ad opera del ratto.

Scherzo, per non prestare il fianco alla disperazione e per evitare di interrogarmi sul destino della razza umana, minacciata dal delirio di onnipotenza della scienza, che da secoli aiuta l’uomo con le sue scoperte, mentre, al contempo, dà luce ad invenzioni che lo distruggono.

Questa volta la questione è molto più seria. La scoperta di cui si discorre colpisce dritto al cuore il genere umano e, in particolare, il maschio. La speranza risiede nel suo fallimento al momento del guado dall’esperimento all’applicazione e, soprattutto, nella sana prevaricazione degli istinti primordiali, senza abusare della bontà delle donne che vorranno rinunciare ad un futuro senza l’uomo. Si spera. Perché “Forse è soltanto comportandosi da uomo che l’uomo concede alla donna di essere donna”, lo diceva Nietzsche.

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