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sabato, Luglio 27, 2024

Bianco, rosso e verdone o giallo, rosso e arancione

Da Leggere

Flavio Carlino
Flavio Carlinohttp://ilgiornaledelsalento.it
Avvocato e Dottore Commercialista Pubblicista

Giuseppi, Giggino e Nico come Furio, Mimmo e Pasquale, i personaggi del film Bianco, rosso e Verdone. Il primo, Furio, o Giuseppi nel nostro caso, logorroico, sparagnino e pedante oltre ogni limite, pianifica e calcola ogni cosa nei minimi dettagli, peccato che non ne azzecchi una. Mimmo, o Giggino, goffo e ingenuo giovanotto, che giunse in ritardo a Verona (da lui confusa con Vicenza), nel nostro caso la Basilicata confusa con la Puglia, dato che secondo il bravo Di Maio Matera si trova in quest’ultima Regione e, da ultimo, Pasquale, o Nico, goffo, taciturno, che non ha mai una posizione su nulla e, come il personaggio di Verdone, ingenuo, tanto da subire l’ennesimo colpo di Renzi.

Giuseppi, Giggino e Nicola, i personaggi che attualmente governano l’Italia. Quelli del giallo, rosso e Verdone, scusate, volevo dire arancione. Quelli del torniamo a scuola, ma non tutti, solo i piccoli, non i grandi e l’università faccia come crede. Quelli che … il vaccino è pronto, ma non funziona, comunque non preoccupatevi che per fine anno siamo tutti vaccinati lo stesso, anche se non funziona.

Il Conte superstar delle dirette nazionali, delle conferenze stampa, delle baggianate malcelate e delle ciclopiche corbellerie. Il Presidente, intento nel tentativo di riesumare le Mummie provenienti dalla Repubblica zero, come Tabacci e Mastella, per poi, probabilmente, continuare con quella del Faraone Tutankhamon. Lo stesso Mastella che ha definito i pentastellati “personaggetti, senza cultura, legati al potere”, i quali, insieme a Conte, oggi lo cercano per la fiducia. Spero che non accetti. Il Giuseppi della legislatura del caos e del disordine, il Governo dei quattro soldi alle imprese, della cassa integrazione in ritardo, delle task force incompetenti, degli assoggettati ai poteri forti internazionali e massonici. L’Esecutivo del giallo, rosso e arancione. In totale, il Governo peggiore di tutti i tempi.

Hanno chiuso ristoranti e bar, in compenso, hanno importato il caffè d’asporto, un po’ più corto di quello americano, ma pur sempre d’asporto. Certo noi italiani non siamo facili da gestire, è comprensibile, ma non mi pare che i tedeschi e i francesi stiano meglio di noi. Mi riferisco ai contagi, ovviamente, perché economicamente non possiamo competere. Gli operatori economici costretti a chiudere per via del COVID, prima hanno ricevuto i soldi, poi hanno chiuso. In Italia no! Nel nome di una povertà che i governi stessi hanno provocato, la scusa del “non ci sono i soldi” per fare come la Germania, funziona sempre. C’è da dire che neanche voi siete politici come i tedeschi, dato che pensate solo alle vostre poltrone e ai vostri privilegi.

Intanto i contagi continuano ad aumentare e le famiglie ad impoverirsi. Ma loro no. Continuano imperterriti la corsa verso il potere. Aprono la crisi di governo e non sanno che pesci pigliare. Renzi, affetto dalla sindrome di Aristotele che, come al solito, vuole avere sempre ragione, dice ai giornalisti che fino ad ora lo hanno criticato per non essere intervenuto ed ora lo criticano per averlo fatto. Intanto, il suo De Filippo vota la fiducia al Governo Conte, il quale, erotomane com’è, è convinto che tutti i politici siano pazzi di lui.

Certo, prima o poi si dovrà votare, anche se nessuno pensa alla legge elettorale, così come nessuno si preoccupa di come va l’economia italiana. Nel frattempo, a chi ha potuto produrre qualcosa, tra tante difficoltà, viene chiesto di pagare tasse e contributi. Poco importa se poi è costretto a chiudere l’attività; intanto non può licenziare. Altra storia quella dei divieti di licenziamenti.

Diciamoci la verità e diciamocela tutta. È davvero uno sfacelo. Ora i soliti commentatori esperti si preoccuperanno di chiedermi sarcasticamente cosa avrei fatto al posto di Conte, quasi come a dire che il Presidente del Consiglio ha fatto tutto bene. E se questa è la conclusione, essa non merita nemmeno considerazione.

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