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martedì, Ottobre 15, 2024

Crisi di Governo, la sceneggiata continua

Da Leggere

Flavio Carlino
Flavio Carlinohttp://ilgiornaledelsalento.it
Avvocato e Dottore Commercialista Pubblicista

Sembravano solo minacce, quelle di Matteo Renzi a Conte e alla maggioranza (quale maggioranza?), che durano da due mesi. Continui ricatti da un membro della maggioranza alla sua stessa maggioranza. Il leader di Italia viva ha voluto la crisi di Governo in un momento così difficile per il Paese: pandemia, vaccinazione, recovery fund, infischiandosene finanche del discorso di Mattarella di fine anno. È una questione di responsabilità. Il tempo dei costruttori, a cui faceva riferimento il Presidente della Repubblica, è finito sul nascere.

Non è difficile comprendere la mossa di Renzi, o meglio, non è difficile comprendere che sono in gioco molti suoi interessi, anche se lui tenta ingenuamente di dimostrare il contrario. Il copione è sempre lo stesso e prevedibile: esce dalla maggioranza ritirando le sue ministre, fa la voce grossa difendendo la sua “mossa”, poi si offre ad un nuovo dialogo. Non è incoerenza. Era tutto programmato. Altro che vecchia politica. Qui di nuovo c’è solo la strafottenza di un politico che non tiene conto nemmeno delle centinaia di morti da COVID che si stanno verificando mentre lui decide,  con leggera noncuranza, di provocare una crisi di Governo. Non vorrebbe più Conte alla guida del Governo, ma è molto probabile che si ritroverà un Conte ter o, forse, le elezioni anticipate. Ma non è quello che voleva. Una politica, la sua, sempre più distante dalle necessità degli elettori.

La crisi è ormai aperta e bisogna vedere come usciremo. Se entrare nella crisi è stato facile, uscirne si preannuncia, invece, molto più complesso. Le consultazioni sono aperte. Ad oggi Pd, M5S e Leu confermano il sostegno a un nuovo governo Conte, il centrodestra, al contrario, sembra essere compatto e fermo sull’idea di tornare alle urne. Ago della bilancia sarà quindi Italia viva. Probabilmente, perché i parlamentari del gruppo misto non hanno alcun interesse a tornare alle urne.

Fico entro martedì dovrà riferire al Capo dello Stato. Ma, consultazioni a parte, Mattarella avrà tre alternative. La prima, quella di conferire un nuovo incarico a Conte per varare un esecutivo con una maggioranza più larga dell’attuale. Rimane da capire come si allargherà la maggioranza, dato che il  ritorno di Renzi in maggioranza non sortirebbe, nei pentastellati e nei piddini, sentimenti puri di affidabilità anche nell’ipotesi in cui  Italia viva non dovesse porre veti su un nuovo incarico a Conte. Se ciò non dovesse avvenire si aprirebbe la seconda strada: il cambio di premier con una coalizione allargata a Italia vivacon l’accordo dei 5 stelle ed una eventuale nuova maggioranza di governo. Si discute di un esecutivo di larghe intese o di unità nazionale.

In buona sostanza le solite alchimie, che porteranno al solito risultato: un rimpasto di governo con la stessa maggioranza (o almeno per il 99%) che Mattarella dovrà vagliare solo dopo un giro completo di consultazioni. Se dunque non dovesse affidare un nuovo incarico a Conte, potrebbe optare per un mandato esplorativo a un personaggio diverso dall’attuale presidente del consiglio.

La terza alternativa si potrebbe presentare se non dovesse esserci la possibilità di risolvere la crisi con un nuovo incarico a chiunque. Il capo dello Stato sarà costretto a imboccare la strada che porta alle elezioni anticipate.

In quest’ultimo caso Mattarella dovrà decidere se mandare gli italiani alle urne subito, sciogliendo le Camere e fissando la data delle elezioni entro 70 giorni o se aspettare che cali l’impatto pandemico e nominare un “governo elettorale”, anche senza maggioranza, per portare gli italiani al voto, più o meno la prima domenica di giugno, dato che alla fine luglio comincia il semestre bianco, ovvero i sei mesi che precedono l’elezione del nuovo capo dello Stato e durante i quali non possono essere sciolte le Camere. Gli attuali governanti hanno vagliato tutte le ipotesi. Figuriamoci se andranno alle elezioni con il Rosatellum. I sondaggi sono chiari: vincerebbe il centrodestra. Già. E Mattarella non avrebbe nessuna speranza di essere rieletto.

Quanto ai motivi personali di Renzi circa la crisi, provate a pensare alle vicende giudiziarie che hanno investito la sua famiglia negli ultimi tempi e poi pensate alla riforma della giustizia, in particolare,  alla prescrizione proposta dal guardasigilli. Povera Italia! Ma forse mi sbaglio.

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