“La scrittura manuale deve restare come forma educativa primaria e come strumento utilissimo, e deve essere anche curata la forma di un corsivo leggibile. Non basta muovere le dita veloci su di una tastiera, non basta dettare un messaggio vocale o trascritto automaticamente da una macchina. Guai a chi vuole trasformare il nativo digitale in un analfabeta sostanziale“. Il monito arriva dal professore Claudio Marazzini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, che esprime preoccupazione circa i rischi che il precoce ricorso alle tecnologie informatiche sottragga sempre più spazio alla scrittura a mano, a partire dai bambini della scuola dell’obbligo.
“L’acquisizione della scrittura corsiva – spiega Marazzini all’Adnkronos – è fondamentale per ottenere il controllo manuale dell’arto sotto dominio intellettuale, in un equilibrio assolutamente prezioso e necessario. Per prima cosa, dunque, occorre dire con chiarezza che chi propone di abolire la scrittura manuale (se pur esiste davvero chi abbia l’impudenza di proporre una cosa del genere), manca di qualunque criterio pratico ed educativo. Immaginiamo un uomo che non sia in grado di prendere un appunto al volo su un pezzo di carta, ma dipenda sempre dalla batteria di un suo strumento. Poveretto, quest’uomo! Come maledirà chi lo ha ridotto così“.
Al tempo stesso appaiono allarmi perché sempre più spesso i bambini sarebbero indotti a usare lo stampatello a discapito del corsivo. A tal proposito il presidente onorario dell’Accademia della Crusca osserva: “Quanto alla diffusione dello stampatello nella scrittura a mano, la cosa si fa più complicata. Probabilmente gli stili individuali di scrittura stanno diventando indecifrabili. Ricordo che mio padre, nato nel 1907, aveva una grafia bellissima, perché aveva studiato a scuola calligrafia, che poi fu abolita. Cent’anni senza calligrafia possono forse produrre lo stampatello generalizzato. Però solo il corsivo, con la sua fluidità, interrotta dalle separazioni tra parole, ha tutte le caratteristiche positive“.