È quello che pensa Giorgia Meloni. Lo ha detto ad Agorà rivelando, tra l’altro, di avere un ottimo rapporto con il Presidente delle Repubblica Mattarella. Poi ha parlato dell’inchiesta di Perugia sul dossieraggio ai danni di vip ed esponenti politici, della lotta all’evasione fiscale e di quanto ha fatto il suo governo in un anno e mezzo di legislatura.
Alle europee, dice, “per me una vittoria sarebbe confermare il risultato che mi ha portato un anno fa al governo. Non sarà facile ma è l’obiettivo al quale punto. Io rinuncerei alla guida della nazione quando mi rendessi conto che non ho più il consenso degli italiani. Non potrei più farlo se non avessi più la libertà di farlo, la libertà di incidere, non sto qua a sopravvivere”.
Sui rapporti con il Capo dello Stato che molti detrattori, nelle scorse settimane, hanno definito “uno scontro”, la Premier è decisa: “I miei rapporti con il presidente Mattarella sono ottimi, non fa mai mancare il suo sostegno, non al governo ma alla nazione. Il nostro è un rapporto che gestiamo direttamente e personalmente e quelli che brigano per rovinarlo resteranno delusi”.
Giorgia Meloni ha poi spiega che la riforma del premierato “entrerà in vigore in ogni caso nella prossima legislatura, prevedibilmente nel 2028” quando “non è scontato” che Giorgia Meloni sia a Palazzo Chigi e quando il mandato di Sergio Mattarella “sarà verso il termine”: “La riforma non riguarda né me, né Mattarella, non riguarda il presente, ma il futuro della nazione, ed è su questo che gli italiani saranno chiamati a decidere”.
Sul caso dei dossieraggi, la premier si dice “più che preoccupata, molto indignata. Su questa storia bisogna andare fino in fondo, penso che ci sono stati gruppi di potere che hanno approfittato per interessi propri, bisogna andare fino in fondo per scoprire i responsabili e i mandanti”. Quanto al centrosinistra, aggiunge, “non mi permetto di dare consigli a Elly Schlein; negli anni ho visto una sinistra impegnata nella demonizzazione degli avversari mentre la politica dovrebbe essere rispetto dell’avversario, non lotta nel fango. Io ho rispetto per Schlein quindi spero che da quella parte della barricata sia lei a imprimere un cambiamento su questo”.
Un altro tema d’attualità affrontato dal Presidente del Consiglio è stato quello delle tasse: “La sinistra si è indignata perché ho detto che le tasse non sono una cosa bellissima e io lo confermo, le donazioni liberali sono bellissime, i prelievi imposti per legge non sono una cosa bellissima e a maggior ragione proprio perché non sono una cosa bellissima bisogna usare al meglio i proventi di quella tassazione. Non accetto, come ho sentito, la leader del Pd dire che la sanità, che si paga con le tasse, è bellissima: sono d’accordo, ma dare lezioni anche, no, perché è stato questo governo a portare il fondo sanitario al suo massimo storico”.
La premier risponde anche all’accusa al suo governo di essere “amico degli evasori”: “il 2023 è stato l’anno record nel recupero dell’evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate ha incassato 25 miliardi, 4,5 miliardi in più rispetto al precedente, numeri mai registrati: ora se noi che abbiamo fatto questi numeri siamo amici degli evasori chi c’era prima di noi e non li ha fatti, cosa dovrebbe essere? Avere un fisco amico significa avere un fisco che non opprime famiglie e imprese con regole astruse e con un livello di tassazione insostenibile, che non corrisponde al livello dei servizi che con i proventi di quella di tassazione vengono erogati, un fisco amico è quello che ti chiede di pagare le tasse giuste e che pretende che tu lo faccia con tempi sostenibili e che non utilizza i proventi di quella tassazione per cose inutili ma li utilizza con un principio con cui opererebbe un buon padre di famiglia”.
A proposito dello stato di salute economico del nostro Paese, la premier ha affermato: “Attualmente abbiamo un record occupazionale, un record di contratti stabili. L’Ocse dice che in Italia il reddito reale medio è aumentato mentre altrove diminuiva, l’Istat dice che è diminuito il rischio di povertà e abbiamo il record di titoli di Stato italiani richiesti sui mercati esteri ma anche il grande risultato del Btp valore, per i piccoli risparmiatori, che ha raccolto 53 miliardi in tre emissioni. È una cosa per me molto importante perché dobbiamo rimettere gran parte del debito italiano in mani italiane. Oggettivamente l’Italia sta dando una buona prova di sé”.
Insomma, la Premier le ha date un po’ a tutti, d’altra parte, cosa avrebbe da addurre a propria discolpa l’opposizione, che in dieci anni di governi “rubati” alla democrazia nulla ha fatto se non spingere il Paese in un baratro dal quale Giorgia Meloni e i suoi Ministri stanno ancora tentando di uscire? È forse questo il motivo per cui vogliono giungere al premierato? La risposta non è difficile, ma mi risulta difficile comprendere la resistenza dell’opposizione, dato che l’Italia non sarebbe il primo Paese, né l’ultimo, probabilmente, ad applicarlo.