Negli spazi della Biblioteca Bernardini a Lecce da lunedì saranno avviati i lavori per l’allestimento della mostra “IL SALENTO DI ANNABELLA ROSSI. LA RICERCA VISIVA SUL TARANTISMO E OLTRE”, che vedrà l’inaugurazione mercoledì 26 giugno alle 20.00.
Voluta a Lecce dal POLO BIBLIO-MUSEALE, si realizza nella ricorrenza del quarantesimo anniversario della scomparsa dell’antropologa e fotografa. Un allestimento multimediale e itinerante che dopo Lecce, toccherà con particolari sezioni tematiche, Montesano Salentino, Ruffano e Nardò.
Il progetto è frutto della collaborazione fra il Museo delle Civiltà, l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale e il Polo Biblio-museale di Lecce, a cura di Vincenzo Santoro.
Annabella Rossi è nata nel settembre del 1933 a Roma, città dov’è scomparsa nel marzo del 1984. La documentazione intorno a cui si articola la mostra ci restituisce materiali di ricerca raffinati e appassionanti, testimonianza di come, pioneristicamente, l’uso della macchina fotografica e della ripresa video e sonora siano stati un elemento integrale e caratterizzante del mestiere dell’antropologo e dell’indagine sul campo nelle esplorazioni etno-antropologiche in Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Un mestiere che ci consegna un ineguagliato fondo archivistico composto di documenti sonori, fotografici e cinematografici realizzati e raccolti dalla studiosa: parte delle Collezioni di Arti e Tradizioni Popolari del Museo delle Civiltà e oggetto di ricerca da parte dall’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, questi archivi vengono restituiti pubblico «con l’intento di “tornare a vedere” o “vedere per la prima volta”, ma in entrambi i casi con gli occhi del nuovo millennio, persone, paesaggi, contesti e situazioni irrimediabilmente dissolti dai mutamenti della contemporaneità o imprevedibilmente sopravvissuti nell’impercettibile radicamento del rito, del ricordo, del fare quotidiano». Il progetto è quindi l’esito delle pratiche di indagine di Annabella Rossi e della sua riflessione sul ruolo e la funzione della ricerca antropologica nello studio delle culture meridionali italiane, ma ne propone anche un’esperienza radicata nelle sensibilità e nelle istanze della contemporaneità.