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sabato, Aprile 19, 2025

Messa del Crisma, omelia dell’arcivescovo Seccia: “Cari giovani sognate! E prestate i vostri sogni anche a chi non ne ha più!”

Da Leggere

MESSA DEL CRISMA 

Omelia dell’arcivescovo Michele Seccia 

Lecce 16 aprile 2025 

Eccellenze Rev.me, miei confratelli nell’episcopato:  Angelo Raffaele, Luigi e Cristoforo; 

Carissimi figli e fratelli nel Sacerdozio Ministeriale; Religiosi e religiose, diaconi, seminaristi; 

E tutti voi fratelli e sorelle:  

Benvenuti nella Casa del Signore. 

Il mio saluto raggiunga anche voi sorelle e fratelli  ammalati che ci seguite attraverso la diretta tv di  Portalecce e Tele Rama.  

Siamo immersi nella bellezza della nostra Chiesa  Cattedrale, riuniti attorno all’altare affinché il Popolo  santo di Dio si manifesti in tutta la sua unità: un solo  altare, una sola Eucaristia, un’unica preghiera elevata da  un’assemblea concorde, stretta attorno al Vescovo e ai  suoi presbiteri. 

Anticamente, anche in Israele, era consuetudine  che lo sposo, prima di entrare nella casa della sposa per  le nozze, le recasse i suoi doni nuziali, pegno d’amore e  di fedeltà.  

Oggi, in questa liturgia santa, contempliamo il  Signore Gesù compiere un gesto simile, poiché Egli è lo  Sposo della Chiesa, e prima di offrire sé stesso nel  sacrificio pasquale, prima di consumare le nozze eterne  nel dono totale della vita sul Legno della Croce, viene a  noi sua Sposa, sua Famiglia, portando i segni preziosi del  suo amore: il crisma profumato e gli oli santi per la  salvezza. Sono questi i suoi doni nuziali, segni  sacramentali della sua presenza, della sua grazia, della  sua fedeltà. Egli li affida a noi, popolo sacerdotale, per  custodirli con amore. 

La Parola di Dio che oggi la liturgia ci consegna – tratta dall’Evangelista Luca – ci porta nel cuore della  missione di Gesù, e ci invita a contemplare non solo un  momento storico, ma a vivere un’epifania nella quale

Cristo, Verbo fatto carne, mostra il volto di Dio nella  sinagoga di Nazaret dove le parole pronunciate da Isaia  secoli prima, trovano in Lui il loro compimento. Non  sono più solo parole di profezia, ma si fanno carne, voce,  volto, storia.  

OGGI, fratelli e sorelle, si compie questa Scrittura che  abbiamo ascoltato. 

OGGI! Questa parola, piccola come un seme, racchiude  tutta la potenza del Vangelo. Non è ieri, non è domani, è OGGI che si realizza la promessa di Dio. La salvezza  non è un ricordo del passato, né una speranza remota, è presenza, è ora, è qui, è per sempre. 

Ogni volta che la Parola viene ascoltata con cuore  disponibile, ogni volta che l’Eucaristia è celebrata con  fede, ogni volta che la carità si fa concreta, l’OGGI della  salvezza entra nella nostra esistenza. È in questo  “OGGI” che ci giochiamo la vita!

Fratelli e sorelle, che questo “OGGI” diventi il tempo  della nostra risposta. Che la Parola proclamata e  ascoltata in questa santa assemblea diventi carne nella  nostra vita, e che l’unzione ricevuta nel Battesimo e nella  Cresima diventi OGGI fuoco missionario. 

«Lo Spirito del Signore Dio è su di me, perché il Signore mi ha  consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto  annuncio ai poveri». 

Ogni cristiano, per mezzo dell’effusione dello  Spirito Santo, è reso partecipe della vita divina, è  consacrato come tempio vivo di Dio, abitato dalla Sua  presenza. Questa verità interpella ciascuno di noi, senza  eccezione.  

È una parola che riguarda ogni unzione: quella  battesimale che ci ha resi figli nel Figlio; quella crismale  che ci ha confermati nello Spirito; quella sacerdotale che  ha configurato, noi ministri ordinati, al Buon Pastore. 

Tutti, nella misura della propria vocazione, sono stati  unti, e quindi inviati. 

Tutti missionari della speranza: il Giubileo che stiamo  vivendo ci invita ad essere “Pellegrini di Speranza” ma  la Parola di Dio oggi ci chiede di diventare anche  “Missionari della Speranza”: ci manda ad annunciare la  speranza ai poveri, di recare una carezza agli anziani e  agli ammalati, di donare fiducia a chi è sull’orlo della  disperazione, a rivelare – a chi ha sbagliato strada – che  Dio è misericordia, è porta santa che apre al perdono. A  restituire a voi giovani il futuro che noi adulti vi stiamo  strappando, a sospingere quei sogni di bene che troppe  volte vengono ostacolati; a confidarvi che l’unico modo  per stare in piedi nella vita è puntare tutto su Dio.  

Cari giovani, SOGNATE!  

E prestate i vostri sogni anche a chi non ne ha più! 

Figli miei nel Sacerdozio Ministeriale, sentiamo  particolarmente per noi queste parole! Tocca a noi prima 

di tutto. Non possiamo restare chiusi nei nostri spazi  sicuri, nei nostri schemi, nei nostri tempi. Siamo  mandati, come Gesù, ad essere doni di speranza a chi è  prigioniero, cieco, oppresso… e queste non sono solo  categorie sociali. Sono volti concreti, che incontriamo  ogni giorno nelle nostre comunità. 

Il popolo ha gli occhi fissi su di noi, come quelli della  sinagoga erano fissi su Gesù. Il popolo ascolta, osserva,  cerca testimoni, non ci chiede di essere perfetti, infallibili  ma in prossimità. Ci chiede di essere pastori profumati  di Carità, uomini unti non solo d’olio, ma di  compassione, di misericordia, di verità. 

Unti e inviati. Siano le parole che ci portiamo a casa questa sera! Se l’unzione ricevuta non si traduce in una  vita donata, in un cammino di testimonianza e di  servizio, allora essa si svuota di significato, si spegne, si trasforma da tradizione viva in tradimento silenzioso.  Chiediamo al Signore, oggi, di rinnovare in noi il dono 

del suo Spirito, perché l’unzione che abbiamo ricevuto  non sia mai sterile, ma diventi testimonianza viva,  presenza feconda, profumo di Cristo nel cuore del  mondo. 

E voi, popolo di Dio che è in Lecce, pregate per i  vostri Sacerdoti. Per loro chiedete al Signore la santità  della vita perché siano uomini di preghiera e di carità.  Uomini dell’ascolto e della cura. Uomini della  testimonianza e del servizio. 

Maria, madre dei sacerdoti e modello di ogni  discepolo del Signore, continui ogni giorno a sussurrare ai nostri cuori: “fate quello che vi dirà”. Solo così  potremo essere fedeli testimoni del suo Vangelo e vivere  già in questo passaggio terreno la gioia della santità.  Autentica anticipazione del giorno di Pasqua. Amen. 

 Michele Seccia   Arcivescovo Metropolita di Lecce

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