Il Giornale del Salento

Tutto in volata col Giro d’Italia, ma non le osservazioni!

Quali osservazioni esternare a conclusione della centottantesima tappa del Giro d’Italia svolta a Lecce, dopo essere stati spettatori dei frenetici lavori di maquillage eseguiti lungo il tratto urbano che hanno attraversato i corridori il 13 u.s.?

Non so quelle di altri, intanto ecco le mie: spaziano dall’organizzazione generale dell’evento sportivo alla partecipazione dell’amministrazione e della comunità locali, verso i quali rivolgo ammirazione aggiungendo qualche appunto che, mi auguro, sia preso per il verso giusto. Che non demolisce, ma costruisce e fa riflettere!

Per quantità di persone addette, strutture montate, forze dell’ordine (provenienti da tutt’Italia), reparti dell’Esercito, automezzi, polizia motorizzata, profusione di transenne, striscioni e chi più ne ha più ne metta, si è percepito che il Giro d’Italia, in qualsiasi luogo geografico si svolga, punta spudoratamente sulla spettacolarità al massimo grado, accanto alla quale si aziona un’altrettanta dispendiosità! Sarebbe interessante conoscere gli introiti. Il ciclista gareggiante, sponsorizzato, appare piuttosto considerato non come fenomeno fisico (forse un tempo?), ma un meccanismo che assicura soldi positivi.

Fuori da queste elucubrazioni estemporanee, bisogna dare atto che i luoghi in cui avviene il passaggio dei corridori e la premiazione nella tappa del Giro, hanno visibilità e un’eco pubblicitaria tanto grande da garantire scelte turistiche per i prossimi mesi che nessun catalogo apposito è in grado di assicurare. Niente male, a ben riflettere.

Ora passo a considerazioni più pertinenti alla città. Quanto sono gradevoli le aiuole in cui sono state messe a dimora piante di dipladenia (che non ama le alte temperature!) e di petunie dai colori rosa. Perfino piazza sant’Oronzo, il cui volto è normalmente sciatto e scialbo, si è finalmente colorato. Naturalmente tutto sopravviverà se sarà regolarmente innaffiato e controllato, osservato, monitorato. E questo invito è indirizzato all’amministrazione comunale e all’assessore all’ambiente!

Per presentarle allo stato originario il giorno del Giro, ovvero non appassite, ho visto innaffiarle da un operaio della Lupiae Servizi con un tubo che si alimentava da un serbatoio disposto sull’automezzo. Allora, mi sono chiesta, esiste questo servizio. Si può effettuare regolarmente, oltre la data del Giro d’Italia, anche qualche altra aiuola o parco urbano ne può beneficiare. Mi sono ricordata del Parco di Belloluogo, in eterna colpevole agonia, che nessuno innaffia e, men che meno, la scorsa estate nonostante i 40 gradi di temperatura, nonché le aiuole del Parco Corvaglia e di altre aiuole in condizioni disperate. Ecco a che serve il Giro d’Italia: accorgersi dei gesti necessari e regolari nonché delle aiuole di serie B. Allertatevi signori amministratori e assessori al ramo!!!

Quante volte mi sono proposta di fare una passeggiata con l’assessore comunale al ramo per indicare gli spazi pubblici bisognosi di cura e di una goccia d’acqua durante le estati torride. Ho sempre ricevuto un silenzio fastidioso.

I concittadini hanno manifestato con entusiasmo il passaggio dei ciclisti. Quale significato attribuire a siffatta presenza? Non riesco a trovare una definizione appropriata. Certo che i leccesi sono strani. All’indomani dell’evento il solito caos automobilistico nei punti nevralgici della città.

E allora, dopo l’esultanza, tipica di un sentimento barocco che ci caratterizza, tutto torna come prima! Niente induce a impermeabilizzarsi dinanzi all’evidenza che, sia pure per quarantottore, l’aria della città era respirabile e le strade percorribili con tranquillità. Perché non usiamo la bici per spostarci in città?

Con l’osservazione seguente chiudo. Riguarda il taglio drastico, dissennato degli alberi, eseguito per la circostanza, che si trovano sui viali interessati dal Giro. Mai minchiata più abominevole ha giustificato un’incompetenza in materia arborea e una colpevole incapacità di comprendere come il verde sia la risorsa naturale di assorbire l’anidride carbonica prodotta dagli scarichi automobilistici.

Amministratori comunali, inforcate la bicicletta pure voi dando il buon esempio. Siate promotori di uno stile di vita che rinnega le fonti inquinanti. E, per gli alberi, manifestate buon senso anche se siete incompetenti in materia. Fatevi consigliare e non deludete l’elettorato.

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