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mercoledì, Giugno 18, 2025

Il saluto di mons. Michele Seccia, arcivescovo emerito di Lecce

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Carissimo fratello Angelo Raffaele, carissimi confratelli vescovi e presbiteri.

Carissimi tutti, figli e fratelli della Chiesa di Lecce. Non vi nascondo l’emozione e la commozione che vivo nel cuore in questo momento così delicato della mia vita personale ed episcopale.

Lunedì scorso ho avuto la gioia di incontrare per la prima volta il Santo Padre Leone XIV. Avevo chiesto io stesso l’udienza privata con una lettera riservata nella quale avevo già anticipato al Papa il motivo dell’appuntamento.

Al Papa, dal quale sono stato accolto con grande benevolenza, ho fatto presente che avviandosi a conclusione la visita pastorale alle parrocchie della diocesi e avendo già al mio fianco l’Arcivescovo coadiutore, nominato con diritto di successione lo scorso 28 agosto dal compianto Papa Francesco, giunto ormai sulla soglia dei trent’anni di episcopato, vissuti in totale servizio al Signore e alle tre “spose” che nel tempo Egli mi ha affidato – le Chiese di San Severo, di Teramo-Atri, e per ultimo questa amata Chiesa di Lecce -, ho deciso di consegnarGli la mia rinuncia all’Ufficio Pastorale  di Arcivescovo Metropolita di Lecce.

Poche ore dopo quell’udienza, eccoci qui riuniti per annunciare il passaggio di testimone. Fare un passo indietro – sono sincero – umanamente mi costa e non poco, ma lo faccio con grande fede, consapevole della fatica del governo che con il passare degli anni è cresciuta sempre di più. Lo faccio in totale obbedienza alla volontà di Dio e della Chiesa. Anche quest’oggi lo ripeto con gioia qui, davanti al Signore e a tutti voi con la citazione biblica che ha accompagnato tutta la mia esistenza: “Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai dato un corpo; Allora ho detto: ‘Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”.

Lascio a Te, mio fratello Angelo Raffaele, una Chiesa viva, vivace e bella. A Te la affido, certo che tu saprai fare – con l’aiuto di Dio – di più e meglio di me.

Non Ti mancano né le forze (sei ancora molto giovane), né le capacità: abbiamo già apprezzato in questi mesi la passione e la preparazione con cui Ti sei già manifestato in mezzo a noi come annunciatore dei misteri di Dio.

Amala questa Chiesa come la ama il Signore. E soprattutto amala nei poveri: l’encomiabile impegno della Caritas e della Casa della Carità non saranno mai sufficienti rispetto alla grande domanda del pane materiale ma anche del pane della solidarietà umana e della carità cristiana. Ce n’è davvero tanto bisogno.

Dalla fine del 2017, quando Papa Francesco mi ha chiesto di venire a Lecce, ho abbracciato con gioia questo nuovo servizio, dopo i mesi difficili del terremoto a Teramo.

Quelli di Lecce, sono stati anni di impegno appassionato ed affascinante, che hanno richiesto la totale dedizione e creatività, non per inventare cose nuove, ma piuttosto per non lasciare nulla da parte o poco di valorizzato della ricchezza non solo di fede, ma anche della bellezza incantevole, di cui tutta la Diocesi e, in particolare, la Città di Lecce, sono una testimonianza mirabile.

Sono stato accolto da un clero fedele e disponibile, entusiasta di vivere il proprio ministero pastorale di evangelizzazione e di carità.

Grazie, confratelli presbiteri, grazie soprattutto ai miei più stretti collaboratori, per tutto il bene che mi avete voluto. Anch’io ve ne voglio tanto. Chiedo perdono se per qualcuno non sono stato credibile modello sacerdotale e autentico testimone dell’Amore di Dio.

Sono trascorsi anni veramente intensi e ricchi di emozioni spirituali e pastorali che mi hanno edificato e motivato per una migliore valorizzazione dei tesori visibili e nascosti nelle chiese barocche e nei monumenti antichi di proprietà della diocesi; l’esperienza di LeccEcclesiae è l’esempio concreto di quanto abbia voluto aprire la città, molto più di quanto non lo fosse già, ai turisti di tutto il mondo.

Ma, tra le prime intuizioni, non posso non citare la necessità di dotare la diocesi di un sistema di informazione e comunicazione, attenta, precisa e puntuale. Oggi Portalecce è un modello per tante diocesi d’Italia.

L’esperienza sinodale ancora in corso in diocesi sta alimentando il cammino di comunione tra di noi. Alla fine del percorso, non solo avremo imparato un nuovo metodo per essere Chiesa ma avremo soprattutto incarnato una mentalità che sarà feconda per il futuro del Popolo di Dio che è in Lecce.

La Visita Pastorale appena conclusa, infine, è stato davvero il coronamento del mio servizio tra voi: sono tornato a fare il parroco come trent’anni fa. L’abbraccio delle persone, delle famiglie e delle storie di tutti e di ciascuno sono stati balsamo per il mio sacerdozio.

Ringrazio tutte le autorità presenti: grazie per la vostra accoglienza e per lo spirito di collaborazione con cui insieme ci siamo impegnati per il bene comune di questo territorio e della nostra gente.

Da oggi sono arcivescovo emerito di questa Chiesa. Ma rimango “collaboratore della vostra gioia”: la mia nuova condizione non cancella il bene fatto e ricevuto e, soprattutto e non elimina le belle relazioni stabilite in questi anni. Restiamo uniti con la preghiera, ve lo chiedo qui, davanti al sepolcro dell’Arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi, mio predecessore ma soprattutto mio grande maestro di servizio episcopale: pregate per me e io ogni giorno prego per voi.

Il Signore, per intercessione della Vergine Assunta in cielo, titolare di questa stupenda chiesa cattedrale e dei Santi Patroni, Oronzo, Giusto e Fortunato, benedica il nostro nuovo arcivescovo Angelo Raffaele e benedica tutti voi. Egli vi protegga oggi e per sempre.

Vi voglio bene.

                                                                               + vostro don Michele

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