Il Giornale del Salento

Sabato 12 luglio: Festa di Santa Fumìa a Specchia

L’Associazione Santa Eufemia di Specchia comunica che, dopo quindici anni dall’ultima edizione, nella serata di sabato 12 luglio, nei pressi dell’omonima chiesa (raggiungibile dalla Strada Comunale Paduligne), si svolgerà “La Festa di Santa Fumìa”, evento, con il Patrocinio del Comune di Specchia, che permetterà di ritornare alle radici della storia di questo luogo sacro simbolico, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico, artistico, culturale e spirituale del territorio.

La festa si svolgerà in un clima di rispetto, sobrietà e attenzione al valore del luogo, avendo come obiettivo principale quello di trasmettere “senso di comunità, radicamento e bellezza” e il rispetto dell’ambiente.

Il programma della serata prevede la celebrazione della Santa Messa alle ore 19.00, presieduta da Don Antonio Riva, Parroco di Specchia. Alle ore 20.00 si svolgerà “Kids Diy!” Creative workshop, a cura di Cicciopasticcio, un laboratorio artistico/espressivo per i più piccoli (Info 3394667605 per prenotare il kit). Dalle bancarelle collocate nel Parchetto della Chiesa di Santa Eufemia, sarà possibile acquistare dei manufatti artigianali e gustare dei prodotti tipici agroalimentari dallo stand gastronomico.

Alle ore 21.30, sarà possibile seguire il concerto della band “Io te e Puccia”. Il gruppo musicale coordinato dal cuore e dalla mente di Puccia (voce e fisarmonica degli Après La Classe), è nato dall’idea di riproporre in chiave attuale, i grandi classici della tradizione musicale salentina e non! Un “orchestra” di 5 musicisti salentini, da tempo affermati sulla scena musicale nazionale: Manu Pagliara e Mike Minerva (chitarra e basso dei Bundamove), Gabriele Blandini (tromba di Manu Chao e Bundamove), Gianmarco Serra (batterista degli Après La Classe) ed Edo Zimba (tamburellista degli Zimbaria, nonché figlio del grande Pino). Il live e lo spettacolo di Io, te e Puccia, infatti, nascono dall’idea di riproporre in chiave contemporanea, quasi punk-folk, i grandi classici della canzone salentina e non, passando dal grande Bruno Petrachi, al Tango di Piazzolla, dal poliedrico Renzo Arbore al maestro Pino Zimba, fino agli stornelli popolari.

La Chiesa di Santa Eufemia, o “Santa Fumìa” come gli specchiesi la chiamano, è un piccolo luogo sacro, di origine bizantina, di circa 150 metri quadrati, situata nelle campagne tra Specchia e Miggiano, dove vi era un insediamento di età romana denominato Grassano, un agglomerato urbano di cui è scomparso persino il ricordo nella Specchia attuale, ma del quale non sono scomparsi i resti architettonici ed i reperti archeologici.

La Chiesa, costruita riutilizzando conci e colonne in pietra leccese provenienti dal casale di Grassano, presenta una pianta longitudinale (15,30 X 8,55 metri) e un’abside di tipo poligonale esternamente e semicircolare internamente, di chiara derivazione altomedievale, rivolta ad oriente, ossia il punto in cui sorge il sole (simbolo della divinità cristiana) nel giorno in cui si celebrava la festa della santa alla quale la chiesa è dedicata. Il luogo sacro è tra i tre più antichi della Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, insieme alla Chiesa di San Giovanni di Patù e quella di San Pietro a Giuliano di Lecce.

Come il culto della santa sia arrivato in Occidente e perché a Specchia, i libri di storia locale non lo riportano, come pure è ignoto se sia giunto direttamente dalla Grecia o per altre vie. Si suppone che la devozione sia stata portata a Specchia da qualche pellegrino o mercante, o crociato o sacerdote che dall’Oriente si rifugiò nel Salento, dato che in paese, esistono altre testimonianze della grecità.

Nell’anno in corso del Giubileo, questo luogo sacro assume un significato storico, in quanto è situato poco distante dall’antica “Via dei Pellegrini”, l’itinerario che i fedeli dei secoli scorsi percorrevano per raggiungere il Santuario di S. Maria di Leuca, oppure in senso contrario, la città santa di Roma, eleggendo la chiesa a luogo di riposo spirituale e fisico. Le ricerche effettuate intorno alla chiesa, dalla Soprintendenza archeologica, hanno portato alla luce numerosi esempi dell’arte della creta di certa provenienza africana che testimoniano come S. Eufemia sorgesse lungo l’importante via di comunicazione tra Adriatico e Jonio, da Vaste a Vereto.

La chiesa, ridotta a un rudere, circa cinquant’anni fa, fu oggetto di un lungo e laborioso intervento di ricostruzione, e lo scorso anno, grazie ai finanziamenti del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono stati eseguiti dei lavori di recupero conservativo che hanno riguardato, soprattutto, la sostituzione del tetto in metallo con uno in legno e degli infissi. Dal 1992 è curata e fatta conoscere grazie all’impegno del sodalizio specchiese, che valorizza, promuove e tutela il monumento storico e l’annesso terreno adibito a Parco.

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