di Luca Santoro
MELENDUGNO – Nel cuore pulsante del Salento ogni anno si rinnova un appuntamento che scandisce il ritmo della vita comunitaria: la festa patronale in onore di San Niceta, il Goto Martire che lo si festeggia dal 13 al 16 settembre. Non una semplice ricorrenza religiosa, ma un evento che travalica i confini della fede per divenire espressione autentica di cultura, devozione e identità locale.
La venerazione per San Niceta a Melendugno affonda le sue radici in tempi lontani. Era un goto che viveva vicino al Danubio. Fu istruito da Teofilo e visse durante un periodo di conflitto civile tra due fazioni gote guidate da Fritigerne e Atanarico il quale perseguitò i cristiani compreso Niceta che fu condannato al rogo per aver rinunciato alla fede.
La festa di San Niceta non è un evento di un solo giorno, ma un crescendo di riti e manifestazioni che animano Melendugno per diversi giorni. Le celebrazioni, infatti, prendono il via con novene e messe solenni, momenti di profonda riflessione e preghiera che preparano i fedeli al culmine della festa.
«La Processione è il cuore pulsante della solennità – ha sottolineato il parroco Don Salvatore Scardino -. Quando portiamo la statua del Santo per le strade, non stiamo semplicemente muovendo un oggetto: stiamo portando la nostra storia, le nostre preghiere, i nostri desideri e le nostre speranze in mezzo alla gente, nelle case, nei luoghi in cui viviamo e lavoriamo ogni giorno. San Niceta – ha poi concluso – diventa un punto di riferimento visibile, un segno che la sua protezione e la sua intercessione non rimangono confinate tra le mura della chiesa, ma ci accompagnano nel nostro quotidiano».
Ma la festa di San Niceta, però, è anche un’esplosione di gioia e allegria profana. Le serate, infatti, sono animate da concerti di musica tradizionale e moderna con spettacoli in Piazza come “Scemifreddi” il 15 settembre alle ore 21:00.
«Le vie del paese si vestono con luminarie artistiche che trasformano il paese in un salotto a cielo aperto, creando un’atmosfera magica e suggestiva» – ci fa sapere il Presidente del Comitato Feste Patronali Antonio De Santis. «Ogni anno, poi, la solennità di San Niceta è un’emozione che cresce. Come Presidente del Comitato ho visto l’impegno e la passione di tante persone che hanno lavorato duramente. Spero che – ha poi concluso – i nostri sforzi siano ripagati dalla vostra partecipazione e che possiate vivere ogni momento di questa splendida festa perché San Niceta è il cuore pulsante delle nostre tradizioni».
Via Roma si arricchisce con un tocco di pungente ironia con la pubblicazione del nuovo numero de Il Melendugnese, il celebre giornale satirico che quest’anno giunge alla 62esima edizione: la voce dissacrante della rivista torna a farci riflettere attraverso la risata. Ne abbiamo parlato con il Presidente del Circolo Cittadino e direttore del giornale, Avv. Giampaolo Potì. Carissimo Giampaolo, qual è la finalità principale del giornale Il Melendugnese?
«Il Melendugnese è parte integrante della festa patronale di San Niceta. Il passaggio dal Circolo Cittadino – in occasione della festa – per il ritiro di una copia del giornale è un momento a cui tanti melendugnesi sono affezionati e a cui non rinunciano. Dopo l’acquisto del giornale ci sono poi commenti e discussioni sulle vignette e sui vari articoli – ha aggiunto -. L’obiettivo del giornale – ha poi continuato – è utilizzare la satira per far sorridere, riflettere e discutere sui fatti
locali in modo bonario e senza trascendere nell’offesa o nella cattiveria. Speriamo di riuscirci anche quest’anno – ha concluso».
La festa di San Niceta a Melendugno è, in definitiva, una celebrazione vibrante della vita e della comunità, un inno alla resilienza di un popolo che, attraverso la devozione al suo Santo Patrono, continua a tramandare con orgoglio la propria storia e le proprie tradizioni. Un appuntamento imperdibile per chiunque desideri scoprire l’anima più autentica del Salento.