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venerdì, Novembre 22, 2024

Anno bisestile. 29 febbraio, tra curiosità e stranezze

Da Leggere

Un anno bisestile è un anno solare  in cui avviene la periodica intercalazione di un giorno aggiuntivo nell’anno stesso, un accorgimento utilizzato in quasi tutti i calendari solari (quali quelli giuliano  e gregoriano) per evitare lo slittamento delle stagioni. Per correggere questo slittamento, agli anni cosiddetti “normali” di 365 giorni (ogni quattro anni) si intercalano gli anni “bisestili” di 366: il giorno in più viene inserito nel mese di febbraio, il più corto dell’anno, che negli anni bisestili arriva a contare 29 giorni anziché 28.

In questo modo si può ottenere una durata media dell’anno pari a un numero non intero di giorni.

Tenendo conto dei detti popolari l’anno bisestile può avere delle sfumature positive o negative, in contraddizione tra loro: «Anno bisesto/anno funesto», «Anno bisesto, né baco, né moglie, né innesto» opposti a «Anno bisestile/ riempie il sacco e il barile».

Tutto ha origine nel 46 a. C.  quando Giulio Cesare, seguendo le indicazioni scientifiche di Sosigene, astronomo alessandrino, introdusse il nuovo calendario, che dal suo nome di condottiero romano venne detto «giuliano», anno composto di 365 giorni e, ogni quattro anni, un anno di 366 giorni. La ragione è una necessità tecnica: occorre recuperare le ore di scarto rispetto all’anno solare, che dura 365 giorni e 6 ore. L’aggiunta di un giorno agli anni bisestili serve proprio per riallineare il calendario.

Sono bisestili gli anni il cui numero è divisibile per 4. Non solo bisestili quelli divisibili per cento (1800, 1900), a meno che non siano divisibili per quattrocento (ovvero il 2000 è stato bisestile). Nel passato non esisteva una regola fissa, la norma era regolata da decisioni di carattere politico. Nell’8 secolo d.C. Ottaviano Augusto impose la decisione delle annualità bisestili, mettendo ordine.

Il primo anno bisestile fu proprio il 45 a.C., in una situazione di grande caos perché per recuperare gli errori del passato allungare l’anno di 85 giorni, introducendo due nuovi mesi fra novembre e dicembre all’anno precedente, uno di 33 giorni e l’altro di 34. Infatti il 46 a.C. durò ben 445 giorni, e venne chiamato giustamente «annus confusionis», cioè l’anno della confusione.

Ovviamente gli anni bisestili sono terreno fertile per la superstizione e le previsioni catastrofiste, tra fine del mondo e scenari apocalittici. Inoltre esiste una evidente stranezza per i nati il 29 febbraio, per un compleanno che non arriva sempre, o meglio che arriva ogni 4 anni, quindi costretti a festeggiare o il 28 febbraio oppure il 1 marzo.

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