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venerdì, Novembre 22, 2024

Il culto nel Salento di San Giovanni Elemosiniere

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La vita. San Giovanni Elemosiniere nasce, intorno al 556, nell’isola di Cipro, precisamente nella città di Amatonte, dove il padre Epifanio è il governatore. Sin dall’infanzia si manifestano nel piccolo Giovanni i segni della santità e della pratiche di carità verso i poveri e i diseredati. Ubbidendo alle volontà dei suoi genitori, viene avviato agli studi e ben presto anche al matrimonio, sebbene egli fosse riluttante. Dal matrimonio nascono due figli che, però, prematuramente muoiono insieme alla moglie. Libero da ogni legame terreno, Giovanni si dedica a Dio e ai poveri che egli è solito chiamare “i miei padroni e signori”. La santità della sua vita si diffonde in tutto l’Oriente e alla morte del Patriarca di Alessandria d’Egitto, Giovanni, per acclamazione del popolo, sale sulla cattedra vescovile. Trasforma la città in un centro di studi e di virtù cristiane, istituisce ospedali e case di riposo. Ogni giorno distribuisce l’elemosina a circa 7.000 poveri e da qui l’appellativo di “Elemosiniere”. Muore intorno al 617, ultrasessantenne. La fama della sua santità si diffonde ben presto in tutto il mondo orientale e ben presto arriva anche in Europa, grazie all’espansione militare ed economica di Venezia, che dal 1500 ospita il venerato corpo nella chiesa di San Giovanni Battista in Bragora.

Il culto. In Italia, il culto di San Giovanni Elemosiniere è concentrato esclusivamente nelle comunità di Casarano e Morciano di Leuca, nel Salento, e Venezia. Nei primi due centri, il Santo è invocato come patrono principale mentre nella città lagunare, dove riposa il corpo, sorge una chiesa in suo onore. La devozione più importante è, sicuramente, quella presente nella città di Casarano, sviluppatasi intorno all’anno 1000 grazie all’opera dei monaci basiliani, rifugiatisi nel Salento per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste. Forte è stato nel corso dei secoli il culto dei Casaranesi nei confronti del loro Patrono. A lui si attribuiscono numerosi miracoli, quello della lacrimazione nel 1715, il prodigioso spegnimento di un disastroso incendio, l’allontanamento di un turbine, questi ultimi avvenuti tra il 1730 e 1750, e il più famoso avvenuto il 31 maggio 1842, quando la città fu risparmiata da incessanti piogge. Nella Chiesa Madre della città, intitolata all’Annunciazione di Maria (ma in alcuni documenti anche a San Giovanni) sono conservati due spettacolari dipinti della vita del Santo, ubicati nel coro, dietro il presbiterio. La statua in legno veneziano, probabilmente del 1600, fa bella mostra di sé in una nicchia posta in “cornu epistolae” dell’altare del Santo, sublime e prezioso esempio del barocco leccese. Nella chiesa sono accuratamente conservate, inoltre, alcune reliquie come l’intero dito pollice della mano destra, un dente e un pezzo di costola, il fazzoletto impregnato di sudore, col quale fu asciugato il viso durante il miracolo del 1842 e la tonacella appartenuta al Santo che la utilizzava durante le funzioni liturgiche.
Casarano festeggia San Giovanni Elemosiniere per ben tre volte nel corso dell’anno: il 23 gennaio, giorno della solennità liturgica, la terza settimana di maggio (con un sfarzosa festa civile e religiosa) e il 31 maggio, per la commemorazione del miracolo del 1842. La statua viene ulteriormente portata in processione durante i festeggiamenti della Madonna della Campana, patrona secondaria. La città è piena di immagini del Santo Patrono: tra esse spicca per la bellezza e per l’originalità, la colonna barocca di San Giovanni, simbolo cittadino, che sorge nel centro geografico del paese, con la statua bronzea sul pinnacolo. Molte associazioni cittadine portano il nome del Santo; la più importante è la confraternita, eretta nel 1914 e conta tuttora oltre 800 iscritti fra uomini e donne. In chiesa Madre, sono conservati i testi originali della messa propria con prefazio e dell’ufficio di San Giovanni, concessi nel 1741 dalla Santa Sede.

Nel 1974, la città di Casarano ebbe l’onore di ospitare temporaneamente il venerato corpo di San Giovanni Elemosiniere. L’eccezionale trasferimento fu possibile tramite l’interessamento del Patriarcato di Venezia, in quel tempo guidato dal Cardinale Albino Luciani, il futuro Giovanni Paolo I. La teca contenente i sacri resti giunge in città il 19 gennaio e vi rimase fino al 2 giugno dello stesso anno. Per l’occasione, furono organizzati grandiosi festeggiamenti e al termine fu redatto l’atto di gemellaggio fra le comunità di Casarano e Venezia, in duplice originale, di cui uno si conserva nella sagrestia maggiore della Chiesa Madre e l’altro è affisso nel cappellone della Chiesa della Bragora, vicino alla tomba del Santo.

Fonte: Gruppo “Amici di San Giovanni Elemosiniere” – Casarano (LE)

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