“Con il termine mafia si indica una qualsiasi organizzazione criminale retta da omertà e regolata da riti, legami familiari e percorsi iniziatici peculiari che ciascun appartenente, detto affiliato, è tenuto a rispettare. Secondo il significato estensivo del termine, indica una qualsiasi organizzazione criminale di persone che impone la propria volontà con mezzi spesso illegali, per conseguire interessi a fini privati e di arricchimento anche a danno degli interessi pubblici”.
Ho mutuato questa definizione da Wikipedia perché è semplice e di immediata comprensione.
Quello che sto per scrivere non piacerà a molte persone, ma il mio vuole essere solo un invito a riflettere sul significato di tale definizione.
Mafia, dunque, è una qualsiasi organizzazione criminale che sia retta da percorsi iniziatici che ogni affiliato è tenuto a rispettare e, soprattutto, caratterizzata da omertà.
Ora, tutti pensiamo a Cosa Nostra, la più famosa delle mafie. Ma se andiamo avanti nella definizione e ne approfondiamo il significato estensivo, ci rendiamo conto di come la prospettiva su Cosa Nostra può cambiare o, meglio, quella su ogni genere di organizzazione può essere letta sotto un’altra luce.
Così, può assumere le sembianze della mafia l’assemblea di condominio che si fa aumentare l’importo delle fatture da chi esegue i lavori per usufruire di un maggior credito d’imposta, il c.d. 110%, trattandosi di una decisione/volontà viziata perché basata su un mezzo illegale usato per ottenere un vantaggio personale; ancora, può assumere tale significato la decisione di comprare i voti in una tornata elettorale, per essere eletto sindaco, consigliere regionale o parlamentare; ancora, può parlarsi di mafia quando in una città i dipendenti di un ente chiedono ad amministratori (anche ex) se “concedere” ad un cittadino un “suo diritto” o negarglielo, perché milita nel partito avversario; ancora, può dirsi comportamento mafioso quello secondo il quale si decide, in totale omertà, di dare un voto in più ad un’alunna, piuttosto che ad un’altra, perché è figlia di una collega o di un politico.
L’unica differenza con Cosa Nostra è nei metodi. Quest’ultima per ottenere ciò che vuole arriva ad ammazzare; negli altri casi ciò non accade, almeno credo.
In ognuno dei casi che ho citato, i mezzi usati sono evidentemente illegali, ma gli affiliati non uccidono. Con il loro fare mafioso ottengono solo dei vantaggi personali: un rimborso delle spese sostenute per rifare case, essere eletti, chiedere un favore al politico (magari l’incarico di responsabile accompagnato da una generosa indennità) al quale si sono “regalate” certe informazioni (questi ultimi sono i cosiddetti leccapiedi), ottenere un voto più alto dei propri compagni di classe.
Insomma, nessuno uccide, ma ognuno si fa i fatti suoi a svantaggio degli altri.
Questo è fare mafioso, caratterizzato, senza dubbio, dall’omertà. E se tutto questo accade contemporaneamente, il risultato è sconvolgente: in quel paese c’è la mafia e lì nessuno può esprimere un’opinione senza essere esposto alla gogna di paese che è anche peggiore di quella mediatica; soprattutto, nessuno potrà lamentarsi con i professori del voto degli altri, i leccapiedi otterranno ciò per cui hanno “leccato”, cioè la promozione, i condomini incasseranno i rimborsi delle spese, i candidati saranno eletti. Piccole cosche non familiari, ma di categoria, che otterranno i loro vantaggi a discapito del meno fortunato. Nella più assoluta omertà. Ma ciò che mi lascia perplesso è l’inerzia di chi potrebbe reagire e non lo fa ed il fatto che tutto questo venga accettato dalla maggior parte dei cittadini che, a questo punto, altro non sono che gli affiliati di un sistema corrotto che, sia pure non rappresentando la mafia, ne condivide, coscientemente, i metodi.
Vengo ancora di più pervaso dalla tristezza quando in tutti questi casi sono coinvolti i giovani, per i quali non intravedo speranze per il futuro. Un giovane che accetta tutto questo è già vecchio. Chi accetta questi compromessi è corrotto ed è un mafioso, perché dove c’è mafia vi sono affiliati.
In un paese così non mi piace vivere e non consiglio a nessuno di viverci, perché questa criminalità, per certi versi, è la più insidiosa, in quanto molto più facilmente accettata da tutti, non esprimendo, con evidente ed immediata percezione, niente di pericoloso. Il vantaggio è assicurato senza che s’intraveda nemmeno l’ombra di un reato. Essa è l’altra mafia, quella gentile, ma pur sempre una mafia.