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sabato, Dicembre 7, 2024

Il fascino senza tempo: l’abbazia di San Niceta

Da Leggere

L’abbazia di San Niceta, situata nei pressi del cimitero comunale di Melendugno, rappresenta uno dei monumenti più antichi e significativi della zona. La sua origine risale al periodo basiliano, ma la data di fondazione è incerta, con alcune fonti, tra le quali Jacopo Antonio Ferrari, studioso del XVI sec., che la collocano intorno al 1167. Inizialmente, non si sa se fosse parte di un insediamento o isolata, ma nel 1392 fu inclusa tra le “case” dipendenti da Casole.

Durante il Medioevo, l’abbazia ha esercitato un’importante influenza sulla zona  circostante contando possedimenti  a Roca, Pasulo (antico casale presso Borgagne), Acquarica, Acaya e Vernole. Tra gli abati di rilievo che l’hanno guidata, va menzionato Marco Antonio de Ferraris, abate alla fine del Quattrocento, figlio dell’umanista salentino Antonio de Ferraris detto il Galateo.

Oggi, sebbene abbia subito numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli, l’abbazia di San Niceta conserva tracce significative del suo importante passato.

Esternamente ha una struttura semplice, con una facciata modesta, che presenta soltanto un arco sovrastante la porta. All’interno, si trova un unico ambiente con volte  a botte, decorato con affreschi che testimoniano il periodo XV-XVI.

La struttura originale di epoca normanna è scarsamente conservata, ma gli affreschi raffigurano vari santi, tra cui San Antonio da Padova, San Paolo, San Niceta, San Rocco, San Vito e Sant’Antonio abate. Un affresco datato 1563, con un Cristo piagato e il motto “mors mea vita tua“, richiama il messaggio cristiano della morte di Gesù per la salvezza dell’umanità. Notevole è anche un dipinto della Madonna di Loreto con il bambino in braccio e la Santa casa di Maria sottostante.

Questa abbazia  rappresenta un prezioso patrimonio culturale e artistico, testimone di secoli di storia e spiritualità. La sua conservazione e valorizzazione sono cruciali per preservare la memoria di un passato ricco di significato e per consentire alle generazioni future di apprezzare la bellezza e l’importanza di questo antico luogo di culto.

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