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domenica, Marzo 9, 2025

Riflessioni sull’economia

Da Leggere

Flavio Carlino
Flavio Carlinohttp://ilgiornaledelsalento.it
Avvocato e Dottore Commercialista Pubblicista

Osservando l’economia italiana si capisce ben poco sul futuro dell’Italia. I segnali sono stati contrastanti nel corso del 2024, con alcuni settori in crescita ed altri in difficoltà.

Nel primo trimestre del 2024, il Prodotto Interno Lordo (PIL) è aumentato dello 0,3%, segnando la terza variazione positiva consecutiva. Confindustria sostiene che questo incremento sia stato principalmente sostenuto dai servizi e dal turismo, che hanno registrato performance superiori alle aspettative. In particolare, il settore turistico ha raggiunto risultati record, contribuendo significativamente alla crescita economica. 

Al contrario, secondo i dati Istat, il settore manifatturiero ha mostrato segnali di debolezza. A settembre 2024, la produzione industriale è diminuita dello 0,4% rispetto al mese precedente, dopo una variazione nulla ad agosto. Le esportazioni in valore hanno registrato una riduzione dello 0,6% nei primi otto mesi dell’anno, principalmente a causa di un calo delle vendite verso i mercati dell’Unione Europea. 

Sempre secondo l’Istat, il mercato del lavoro ha mostrato segnali di rallentamento. Dopo tre mesi consecutivi di crescita (giugno, luglio e agosto), a settembre 2024 si è registrata una diminuzione dell’occupazione, con cali diffusi nella fascia di età 35-49 anni. Tale diminuzione, probabilmente, è il risultato della chiusura delle attività stagionali, un fenomeno che si verifica frequentemente in settori come il turismo, l’ospitalità e l’agricoltura, sempre soggetti a fluttuazioni stagionali. Durante i mesi estivi, infatti, molte attività stagionali assumono personale extra per far fronte all’incremento della domanda, ma con l’arrivo di settembre e il termine della stagione turistica o agricola, molte di queste assunzioni temporanee vengono interrotte, portando a una diminuzione dell’occupazione. Questo fenomeno è abbastanza comune ogni anno e influenza i dati sul mercato del lavoro in modo significativo.  

Anche l’inflazione ha mostrato segnali di ripresa, con una stima all’1,7% a gennaio 2025, rispetto all’1,4% di dicembre 2024. Tale aumento è stato principalmente influenzato dall’aumento dei prezzi dei servizi e dei beni alimentari. In risposta all’inflazione, la Banca Centrale Europea ha mantenuto tassi di interesse elevati, influenzando in tal modo le condizioni di credito e gli investimenti. 

Le prospettive per l’economia italiana nel 2024-2025 indicano, quindi, una crescita moderata, con il PIL previsto in aumento, sebbene a un ritmo più lento rispetto agli anni precedenti. Le sfide principali dovranno riguardare l’incertezza geopolitica, l’andamento dei prezzi energetici, le politiche economiche e la necessità di riforme strutturali per sostenere la competitività e l’innovazione, azioni cruciali per affrontare le sfide attuali e promuovere una crescita sostenibile nel medio termine.

In un panorama così complicato, il clima di incertezza internazionale non aiuta; al contrario, esso influenza il mercato del lavoro e l’economia in generale. I fattori sono molteplici:

la geopolitica. Eventi internazionali come conflitti (ad esempio, la guerra in Ucraina) ha ripercussioni sull’economia italiana, influenzando le catene di approvvigionamento, i prezzi dell’energia e la fiducia degli investitori;

l’andamento dei prezzi energetici. L’aumento dei costi dell’energia, tema rilevante negli ultimi anni, ha avuto (ed ha) un impatto diretto sulle imprese, aumentando i costi di produzione e riducendo i margini di profitto. Questo influisce sulle assunzioni e sugli investimenti delle aziende;

le politiche economiche e monetarie. Le politiche della Banca Centrale Europea (BCE), in particolare l’aumento dei tassi di interesse per combattere l’inflazione, possono rendere più costoso il credito, rallentando gli investimenti e la crescita. Le imprese sono più riluttanti ad assumere o ad ampliare la loro attività in un contesto di tassi elevati;

l’instabilità interna. Riforme politiche o economiche incerte, insieme al rallentamento dell’attività produttiva e alla difficoltà a rispondere alle sfide globali, alimentano un clima di sfiducia, influenzando le aspettative sul futuro;

il rallentamento globale. Le difficoltà economiche di altre economie internazionali, come Cina o Stati Uniti, riducono la domanda di prodotti italiani, rallentando la crescita economica e creando incertezze sul mercato del lavoro.

Tutto questo contribuisce a un clima di incertezza che può disincentivare le assunzioni, rallentare la crescita del PIL e aumentare la difficoltà delle imprese a fare previsioni a lungo termine.

Vedremo cosa succederà nel 2025 e anche se i dati non sono incoraggianti bisogna ben sperare in una ripresa globale.  

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