Apre a Lecce, nella sede dello Spazio Sociale Zei in Corte dei Chiaramonte, 2 il primo centro antidiscriminazione della provincia di Lecce, promosso dall’ATS composta da Spazio Sociale Zei (capofila), DiVagare, 73100 GAYA, Transparent, LeA- Liberamente e Apertamente, Arci Cassandra e Arcigay Salento, con il contributo dell’Unar (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) e la collaborazione di altri enti pubblici e privati come Comune di Lecce, ASL Lecce, Cgil, Arpal, Polo Biblio-museale di Lecce, Disus Unisalento, Antigone, Agedo, Mixed – Cad Bari, Arcigay Foggia “Le bigotte”, Open group, Camera a sud, Mediterranea, 34° Fuso, Polis Aperta. I centri antidiscriminazione, istituiti a livello nazionale in seguito alla non approvazione del Ddl Zan, in Puglia sono riconosciuti nel solco della Legge regionale contro l’omolesbobitransfobia e l’abilismo, approvata il 9 luglio 2024, promossa da Donato Metallo.
“L’Amara” è uno sportello di primo ascolto e supporto, non di emergenza, per chiunque subisca esclusioni o violenze legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale aperto dal lunedì al venerdì, in sede, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19; in tutti gli altri giorni e orari è attivo via telefono, WhatsApp e Telegram al numero 379/1625246. Ad accogliere e rispondere alle telefonate ci sono le persone del segretariato sociale che applicano i protocolli condivisi con la supervisione del gruppo di coordinamento per rimandare alle figure professionali necessarie: psicologhe, psicoterapeute, avvocate, educatrici, assistenti sociali e mediatrici sociali, esperte per l’accompagnamento e l’inserimento lavorativo.
Uno spazio sicuro che offre un sostegno concreto attraverso servizi gratuiti a cura delle associazioni della ATS i cui membri metteranno a disposizione le esperienze maturate negli anni e le specifiche professionalità. Chi si rivolge al Cad trova supporto psicologico, consulenza legale per casi di discriminazione, accompagnamento al lavoro e orientamento professionale e orientamento ai servizi socio-sanitari del territorio.
Non solo servizi: le associazioni promuovono parallelamente attività di sensibilizzazione e prevenzione di comportamenti violenti e discriminatori rivolti all’intera comunità e attività di formazione e informazione per operatori e altri professionisti che interagiscono con persone LGBTQIA+. Sono in programma incontri tra pari con educatrici e psicologhe su diversi temi: relazione, pregiudizio, fiducia, emozioni, socialità; incontri con personale medico e professionalità legate alla sfera intima e sessuale e alla salute riproduttiva, informazione e prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili con particolare attenzione allo stigma e al pregiudizio collegati. Incontri informativi e di ascolto si terranno anche nella Casa circondariale di Lecce, insieme all’associazione partner Antigone.
Il centro antidiscriminazione prende il proprio nome da “La Mara”, la prima donna transessuale leccese, figura controversa, ma nota in tutto il territorio per la sua storia personale, per la ricchezza accumulata, ma anche per tutti gli episodi di discriminazione, bullismo, esclusione che ha subito a causa del suo orientamento sessuale e della sua identità di genere.
Dichiarazioni:
Coordinamento CAD
“Se da una parte la legislazione regionale, nazionale ed Europea si allinea a una strategia comune nella lotta alle discriminazioni nei confronti della comunità Lgbtqia+, da altro canto sul territorio era evidente l’assenza di un centro che potesse dare un’attuazione a tale strategia, e che è stata possibile grazie al sostegno economico dell’UNAR, ma soprattutto grazie alla collaborazione di una comunità che da beneficiaria passiva, ne diventa parte attiva e partecipata. La presenza del CAD L’Amara assume ancora più valore alla luce del momento storico che stiamo attraversando, in cui è fondamentale agire collettivamente anche nel nostro territorio per contrastare il clima di odio e violenza globale.”
Maria Pia Scarciglia, presidente Antigone
“Il carcere è un mondo prettamente maschile ideato, costruito e modulato in ragione delle necessità degli uomini. Per tale motivo, la questione del genere è stata sempre controversa e poco dibattuta all’interno delle carceri in primis per le donne i cui spazi, non sono adeguati ai loro bisogni e alle loro necessità, ed anche per le persone appartenenti alla comunità LGBTQ. L’ordinamento penitenziario prima della riforma del 2018 separava gli individui in base al sesso biologico. Con la riforma del 2018, sono nate le sezioni protette in alcuni istituti di pena italiani. Le persone trans vengono collocate in questi reparti con altri soggetti: forze dell’ordine e soggetti ristretti per reati di pedofilia e maltrattamenti. Non è facile raccontare il carcere per queste persone, perché mancano i dati, i numeri e le biografie. Per tale ragione il progetto di cui siamo partner è fondamentale e prezioso per supportare le esigenze di queste persone isolate e purtroppo spesso stigmatizzate per le loro scelte”.
Mauro Marino, Polo Biblio-museale
“’Piccole comunità’ in cammino. Aprire all’ascolto i propri luoghi è stata una prerogativa fondante del Polo Biblio-museale di Lecce. I Patti di collaborazione sono lo strumento attraverso cui questa visione di politica culturale trova attuazione. Accogliere le istanze del Centro antidiscriminazione “L’amara” è l’ennesimo passo del cammino intrapreso. Abitare “insieme” gli spazi è alimentare la particolarità di una poetica fondata sull’ascolto. Insieme ci si allena alla creazione di “piccole comunità” che scelgono di mettersi al servizio della città e del territorio dando linfa ad un progetto culturale articolato e complesso ispirato ad una poetica che, nell’agire culturale, vede la leva utile a crescere un sincero sentimento di partecipazione. Essere leve di comunicazione, osservatorio attivo dei percorsi creativi e artistici che attraversano e animano il territorio è l’intento, per inaugurare e dare linfa ad una nuova stagione di lavoro comune. Aprire una finestra per testimoniare e narrare il portato emotivo di un agire che profondamente crede che il vero patrimonio culturale di una comunità siano le persone, con il loro desiderio di conoscenza e di condivisione.
Antonio Lamparelli, Open group Bologna, coordinatore Settore Giovani
A nome di Open group di Bologna, è un onore essere presenti qui oggi, in questa occasione così significativa e di grande emozione e valore sociale. Open Group ha il piacere di collaborare come partner con Arci Zei, Arci Cassandra e Divagare APS, professionisti e progetti con i quali ci sentiamo in linea per i valori comunicati e l’impegno dimostrato sui territori. Un sentito ringraziamento quindi alle colleghe e i colleghi per averci invitato a partecipare a questa inaugurazione, ma soprattutto per aver dato vita a un progetto fondamentale, che si propone di dare ascolto, supporto e speranza alle persone che spesso sono invisibili o politicamente silenziate. Viviamo in un momento storico in cui la lotta per i diritti civili è ancora un percorso in costruzione, e troppe persone continuano a subire discriminazioni a causa della propria identità di genere o orientamento sessuale. L’invisibilità sociale, l’isolamento, la paura di non essere accettati o di non trovare supporto sono realtà quotidiane per molte persone LGBTQI+. Sappiamo che la violenza e la discriminazione non sono problemi che purtroppo si risolvono con un solo gesto, ma sono sfide quotidiane a cui rispondere con determinazione e con l’aiuto di tutta la comunità. Questo sportello è quindi l’inizio di un percorso che deve essere sostenuto da tutte/i, rappresenta un passo concreto nella giusta direzione: un luogo sicuro, accogliente, dove ognuno potrà sentirsi ascoltato, tutelato, protetto.