Perfino la Grecia, nel dopo Covid-19, si rimbocca le maniche. Dopo il totale fallimento subito ad opera di un’Europa padrona vittima, a sua volta, della Germania nazista, la Grecia, impoverita dall’intervento della Troika, che invece di aiutare gli Stati in difficoltà economiche ne determina la fine e nasconde il proprio autoritarismo dietro a fantasiosi interventi emergenziali che impongono misure di austerità estremamente difficili da sostenere, propone una tassazione al 7% sulle pensioni straniere.
Se la proposta di legge del governo di Atene verrà approvata, anche la Grecia, dopo il Portogallo, si candida ad essere il nuovo paradiso della terza età.
Le magnifiche isole greche, ispiratrici di tante opere letterarie, saranno la maggiore attrazione per i tanti pensionati italiani attratti dalla invitante prospettiva fiscale (il 7% è davvero poco).
Pensate che negli anni scorsi hanno già sbarcato in Portogallo 3000 anziani, i cui redditi sono esenti dalle tasse per 10 anni. Poi ci sono le Canarie (Spagna) dove si risparmia circa il 15% di tasse rispetto all’Italia e la Tunisia dove le pensioni dei nostri anziani sono esenti per l’80%.
Mano a mano che il tempo passa, tutti i Paesi caldi europei, e non solo, si stanno organizzando. Tutti tranne il nostro, che con una popolazione ininterrottamente in calo da ben cinque anni, parzialmente reintegrata nel 2019, per circa un quinto delle nascite, da bambini di madre straniera, il problema continua a non porselo.
Si conta che ad oggi gli italiani che hanno deciso di vivere all’estero dopo la pensione siano circa 473mila. Secondo l’ultimo rapporto Inps, infatti, ammonta a questa cifra il numero degli assegni mensili pagati ai pensionati italiani residenti all’estero.
In totale sono 93 i Paesi, comunitari e non, con cui l’Italia ha stipulato convenzioni per evitare le doppie imposizioni fiscali, come Messico, Ecuador, Portogallo, Spagna, Svizzera, Australia, Canada, Croazia, Bangladesh, India, Mauritius, solo per citarne solo alcuni.
Il pensionato che trasferisce la residenza in uno di questi Paesi, registrandosi all’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero (Aire) non paga, in Italia, le tasse sugli assegni mensili. Dovrà risiedervi almeno 183 giorni l’anno e risparmierà davvero tanti soldi.
Riepilogando: culle sempre più vuote, pensionati che traslocano in Paesi caldi europei e, in mezzo, le giovani generazioni che vanno a studiare all’estero senza nessuna voglia di tornare in Italia e quelli che sono andati via per lavorare: in tutto circa 250.000 negli ultimi 10 anni.
Che ne sarà dell’Italia tra qualche decennio? Con 2.500 miliardi di euro di debito pubblico, un declino demografico inarrestabile e i giovani che vanno via, ostentare ottimismo è da folli.
Orsù, dunque, cari politici. Voi che dite di amare tanto il vostro Paese. Datevi da fare. Possibile che non lo abbiate ancora capito? Stiamo morendo giorno dopo giorno.
Nell’ultimo decennio l’Italia non è più la stessa. Tra immigrati da mantenere, reddito di cittadinanza, emigranti che producono e pagano le tasse all’estero, la prospettiva di un ritorno al vecchio splendore assume contorni sempre più sfocati.
Tra qualche anno anche la gran parte delle imprese si sarà trasferita all’estero, quindi nessuno produrrà, nessuno lavorerà, nessuno pagherà le tasse, gli enti non potranno più pagare le pensioni. Allora la Troika interverrà anche in Italia imponendo misure irrealizzabili. Quel che è peggio è che non ci saranno cervelli ad impegnarsi per la nostra Nazione. Forse non se lo merita, perché quando una madre abbandona i propri figli al loro destino, non è degna di essere considerata tale.
E tutto ciò è davvero triste per un Paese come il nostro.