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mercoledì, Ottobre 30, 2024

INTERVISTA A FAUSTUS: “DISTACCO SENTIMENTALE”, IL SUO PRIMO SINGOLO IN ITALIANO

Da Leggere

Flavio Carlino
Flavio Carlinohttp://ilgiornaledelsalento.it
Avvocato e Dottore Commercialista Pubblicista

Un brano che fa venire i brividi e trasmette tante emozioni. Ritmo scandito e, nonostante il funky, gli arrangiamenti si susseguono con una perfetta progressione armonica. Il tutto è reso ancora più amabile da una intensa melodia, impreziosita dalla bellissima voce del cantante. Parliamo di “Distacco sentimentale”, il nuovo singolo di Faustus, pseudonimo di Fausto Cota. 26 anni, racalino, cantante, figlio d’arte: padre musicista (Dario Cota, uno dei più famosi tastieristi del Salento e madre insegnante di pianoforte (Alida Giarnello, una delle più conosciute nel Salento, professoressa di musica nella locale scuola media). Il nonno, da cui ha preso il nome, era il suo primo fan. Lo seguiva ovunque. Con una genesi del genere non poteva essere altrimenti. 26 anni, studente di lingue e letterature straniere. Inizia a studiare pianoforte con la madre all’età di 6 anni. A 14 lascia la musica per un’altra grande passione, quella per il calcio, che abbandona qualche anno più tardi per tornare al suo primo amore: la musica.

Voce impostata, limpida, pastosa, priva di contrasti e di asperità, piacevole e gradevole all’ascolto. Un talento sconosciuto ai più (ancora per poco), ma molto conosciuto nell’ambiente musicale. È il destino di tanti giovani talenti del sud.

Ma vediamo di conoscerlo meglio.    

D. Ciao Fausto. Ho anticipato qualcosa, ma racconta ai nostri lettori: come hai iniziato la tua carriera di musicista?

R. Sono cresciuto in una casa dove il metronomo sostituiva il ticchettio delle lancette dell’orologio e la musica accompagnava la giornata di tutta la famiglia, nonno compreso. Era inevitabile, anche se ad un certo punto della mia vita abbandonai gli studi di pianoforte, intrapresi con mia madre, per dedicarmi al calcio, passione che condivido tutt’ora con mio fratello.

D. Come mai? Perché una decisione così drastica?

R. A volte si seguono passioni che si rivelano meno importanti di altre. Quando iniziai le lezioni di piano con mia madre non compresi subito l’importanza di ciò che stavo facendo, cosa mia madre volesse trasmettermi. L’ho capito qualche anno dopo, al primo anno di liceo, quando formai la mia prima band “The crash”, con la quale facevamo musica pop internazionale e con la quale composi il mio primo inedito in inglese. Io ero la voce del gruppo.

D. A quel punto la mamma cosa disse?

R. Niente. I miei genitori non mi hanno mai obbligato a fare musica. È sempre stata una mia scelta. Mia madre mi consigliò solo di riprendere le lezioni di canto per non perdere la voce ed io l’ascoltai ed iniziai a studiare con il Maestro Francesco Faiulo.   

D. E dopo la prima band cosa è successo? Eravamo ancora al liceo, giusto?

R. Giusto! Ho fatto parte di diverse band. Con la seconda che si chiamava “Up” riprendemmo il primo inedito in inglese dal titolo “Everytime”, un pezzo Funky-Rock. Subito dopo mettemmo su un gruppo, i “Majestic Masters”, la cover band dei Red Hot Chili Peppers. Era l’epoca in cui ci appassionammo alla musica dei grandi gruppi internazionali. A questa formazione seguirono: gli “Hound dogs” con la quale facevamo musica anni 50 e 60, in particolare il Rock and Roll di Elvis, che continuo a fare; i “Wild licks” con la quale, invece, suonavamo i fantastici pezzi dei Rolling Stones, fino ad approdare al gruppo “Leggera follia” col quale ci siamo dedicati al cantautorato italiano, da Dalla a Battisti, da De André a De Gregori ed altri.

D. Fai qualcosa anche con tuo padre?

R. Certo. Con lui ci siamo dedicati a Gaber e Iannacci con il gruppo “La strana famiglia” e poi facciamo anche qualcosa solo io e lui con il duo “Cota 2.0”.

D. Dimmi qualcosa di tuo nonno.

R. Mio nonno si chiamava Fausto, come me. Era il mio fan più accanito. Mi seguiva dappertutto. Pensa che se qualche volta ricevevo una chiamata per un concerto all’ultimo momento e non avevo il tempo di avvisarlo, si arrabbiava con me e non mi rivolgeva la parola per qualche giorno. Ma poi tornava tutto come prima. Mio nonno era fantastico. Ora ha preso il suo posto mio zio, il fratello di mia madre.

D. Hai ascoltato tanta musica nella tua vita. Sei stato influenzato da tuo padre?

R. Ho ascoltato tanta musica. Quando ero piccolo sentivo le melodie della musica anni ’80 che suonava mio padre nel suo studio e mi piacevano sempre di più. Sono cresciuto con la musica dei Pink Floid, dei New Trolls, di Lucio Battisti, di Sting, di Max Gazzè che cito nel brano, di Pino Daniele.

D. Il grande Pino Daniele. Che ricordi hai?

R. Mi ricordo quando uscì il pezzo “Dubbi non ho” che ero piccolissimo. Era il 1997, avevo tre anni. Mi colpi talmente tanto che oggi Pino Daniele è uno degli autori italiani che amo di più. Peccato che non ci sia più.

D. Ecco, allora, da dove nasce il tuo brano “Distacco sentimentale”. Musica anni 80? Funky? Come nasce questo progetto?

R. Nasce soprattutto durante il lock down. Il Covid-19 ne è stato l’artefice. In quel periodo, come tutti, ero quasi sempre chiuso in casa a studiare e a cantare. Non si poteva fare altro. Ho iniziato a comporre il brano e poi ad arrangiarlo con mio padre. Una volta ottenuto quello che volevo ho adattato il testo alla musica.

D. Dove lo hai registrato?

R. In periodo di lock down non potevamo trovarci con i miei musicisti per provare, per cui ognuno ha registrato la sua parte a casa. Poi abbiamo preparato la base nello studio di mio padre ed ho inviato tutto ad Alex Zuccaro, a Nardò, il quale ha mixato tutto senza conoscere la melodia vocale. Poi ho registrato la voce sulla base presso il suo studio. Alex era entusiasta. A lavoro finito mi ha detto che in questo brano ci vede molto di Sergio Caputo, in particolare il sound di “Un sabato italiano”.

D. È un bel complimento.

R. Ne sono molto lusingato. Essere paragonati a Sergio Caputo è un onore.

D. Ti sei ispirato a qualcuno?

R. Si. Mi sono ispirato a Donald Fagen.

D. Alla sua sofisticatissima Fusion?

R. Si. Mi ha influenzato molto. Chi lo conosce se ne accorge; non solo la ritmica, ma anche l’armonia e la melodia.     

D. In Italia pensi che sia possibile ascoltare del buon funky?

R. Io credo di sì. Mi piacciono molto i “Ridillo”.

D. Nel testo di “Distacco sentimentale” cosa racconti?

R. Nel testo “cerco” il distacco sentimentale da una ragazza, anche se, poi, mi illudo che torni.

D. Quindi, facci capire: vuoi dimenticare una ragazza, ma speri che torni?

R. Esattamente.

D. Alla fine torna?

R. Nel video lei compare alla fine, ma non si sa se torna.

D. Chi è la ragazza del video?

R. Lei è la ragazza di mio fratello. Si chiama Maria Antonietta Coppola.

D. Il video è bellissimo, fatto ad arte.

R. Si, è stato girato in una location famigliare, la casa di mio zio, da due amici di Racale: la regia è di Roberto Corvaglia e l’aiuto regia di Giuliano Sabato.

D. Dove si può ascoltare il tuo brano?

R. È su youtube ed in tutti gli e-store come iTunes, Spotify ecc.

D. Perché il primo inedito in inglese ed il secondo in italiano?

R. Stavolta ho deciso di fare un’esperienza nuova. I testi in inglese sono più semplici da cantare e risultano più armoniosi all’ascolto. Le parole sono molto importanti, ecco perché parto dalla musica per poi adattarci i testi. Faccio degli esperimenti per imparare, per migliorarmi.

D. Come pensi che sia il tuo brano, Fausto?

R. Mi piace, ma posso migliorare. Ho riscontrato delle reazioni molto positive. Non me l’aspettavo.

D. Sei molto autocritico, Fausto?

R. Tantissimo.

D. Allora … posso definirti “perfezionista”?

R. Cerco sempre di fare del mio meglio, perciò riprenderò a studiare canto. Non si smette mai di imparare.

D. Hai progetti per il futuro?

R. Vorrei incidere un disco.

D. Vuoi diventare famoso, Fausto?

R. Non ci ho mai pensato. Mi piace molto divertirmi, poi se il successo arriva va bene. Non è un mio obiettivo.

D. Grazie Fausto.

R. Grazie a te Flavio.      

No Fausto, grazie a te che con il tuo amore per la musica e la tua modestia ci insegni l’umiltà e la passione. Buona fortuna.                                                            

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