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venerdì, Novembre 22, 2024

Draghi e i cacciatori di Draghi

Da Leggere

Flavio Carlino
Flavio Carlinohttp://ilgiornaledelsalento.it
Avvocato e Dottore Commercialista Pubblicista

Uno dei motivi per cui l’Italia versa nella situazione attuale, è la scarsa considerazione che la gente ha delle “eccellenze”. Infatti, a ben guardare, non siamo abituati ad avere uno come Draghi al Governo, costretti come siamo a vedersi avvicendare solo politici o pseudo tecnici come Dini e Monti.

Draghi, ci piaccia o no, è una mente superiore ed è abituato a lavorare sodo. Alto profilo e comprovata esperienza.

Ora, di lui diranno che è ricco, brutto, atermico, massone, corrotto perché ha pensato a salvare l’euro e non l’Italia, il suo Paese, e tanto altro. Io, invece, preferisco non esprimermi. Non lo conosco. L’ho incontrato una sola volta ad un convegno sull’economia italiana ed europea e vi assicuro che fu davvero una bella esperienza, durante e dopo il consesso, quando si fermò a scambiare qualche riflessione con gli astanti, oltre la relazione esposta magistralmente qualche minuto prima.

La sua è una mente superiore, non c’è dubbio. La nostra, fino a che si limiterà a fare considerazioni di questo tipo, non credo. Se era pagato per salvare l’euro, doveva farlo, ovviamente, e tutti avremmo fatto la stessa cosa occupando quel posto.

Oggi, nessuno può prevedere cos’ha in mente e quanto sarà influenzato dai partiti. Da LEU al PD, da FI al M5S. Chissà cosa succederà. Ha fatto bene Giorgia Meloni a restarne fuori, dato che quasi un terzo degli attuali ministri faceva parte del precedente governo. Di certo non sarà facile per il nuovo premier e dovremmo ringraziarlo per quanto farà, che seppure non dovesse aggradarci, sarà senz’altro migliore di quanto ha fatto l’ultimo Governo (e non solo l’ultimo).

A parte ciò, credo che fino a quando buona parte degli italiani si aspetterà di percepire il reddito di cittadinanza senza averne diritto, l’assegno sociale senza aver mai versato un centesimo di contributi, una pensione da bracciante agricolo avendo versato solo 51 o 102 “giornate di contributi” con i soldi dell’indennità di disoccupazione; fino a quando non andremo a lavorare perché ci conviene di più stare a casa piuttosto che farci sfruttare per 30 euro al giorno; fino a quando andremo a lavorare in nero così potremo percepire lo stipendio e anche la disoccupazione o il reddito di cittadinanza; fino a quando pretenderemo di percepire un bonus qualunque, ma andremo in giro con il SUV …  allora, amici miei, non potremo dare la colpa a Draghi.

Ai partiti che lo sostengono va benissimo il nuovo presidente del consiglio perché ogni decisione a favore del popolo sarà rivendicata da loro ed ogni altra che richiederà agli italiani un sacrificio sarà da essi imputata a Draghi o alla impossibilità di fare diversamente. L’importante è che qualcuno presieda il governo e prenda delle decisioni difficili ed è meglio che si tratti di un personaggio di alto profilo e capace, si che il popolo non abbia niente da ridire. È il gioco della politica.

E anche qui gli italiani sono differenti. Si lamenteranno sempre di chi non è all’altezza delle loro aspettative. Quali sono le aspettative? Di certo non scelte che fanno del bene a tutti … solo a se stessi. Le solite “pretese di categoria”, altrimenti definite aspettative.

E il governante di turno, in questo caso Draghi, va bene a seconda che riesca a soddisfarle o meno. Personalmente mi auguro che dia il meglio di se e che glielo lascino fare. È dei partiti che bisogna avere paura, non di Draghi. Ma per gli affezionati ai privilegi non è così. Nessuno vuole perdere niente e Draghi fa paura perché se deciderà di agire, agirà.

Il paradosso è proprio questo. La democrazia sfugge alle regole della meritocrazia proprie della competizione sul mercato e non governa la società secondo il criterio della competenza, bensì in base al principio della rappresentanza. Così si sceglie il presidente del consiglio a seconda di quali interessi rappresenta e non in base alle capacità personali.   

Alla fine l’essenza non può che essere: “ad ognuno quel che si merita”. Le eccellenze non sono comprese e non lo saranno mai in questo Paese, quindi è giusto che facciano quanto sono capaci di fare senza pensare più di tanto a chi le circonda, tanto loro rimarranno per sempre eccellenze e chi le circonda, purtroppo, no. Scusate la franchezza.

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