”M’inchino per onorare la Terra,
riconoscerne il sostegno,
offrirle la mia Cura”.
Chandra Livia Candiani
Il 22 Aprile di ogni anno in tutto il mondo, un mese e un giorno dopo l’equinozio di Primavera, si celebra l’Earth Day, ovvero La Giornata della Terra. Questa iniziativa ha preso il via nel 1969 a seguito del disastro ambientale avvenuto, nello stesso anno, al largo delle coste di Santa Barbara in California; dove un’ingente quantità di petrolio fuoriuscì da uno dei pozzi della Union Oil e si riversò nel mare. Questo disastro diede il via ad una serie di iniziative e di azioni concrete, che già da tempo cercavano di mettere al centro la salute della nostra Madre Terra, con lo scopo di concentrare l’attenzione del dibattito ambientalista e non, sia sulla salvaguardia ambientale che sulla sua celebrazione.
La salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo è strettamente connessa con la sua celebrazione, perché senza un dovuto rispetto per il creato che ci è donato, non c’è nessuna salvaguardia. Spesso, quando si parla di tutela dell’ambiente, commettiamo due errori banali: il primo, è quello di pensare che l’ecosistema da salvaguardare sia altrove: una foresta tropicale, un fiume in Amazzonia o i ghiacciai ai Poli (anche, certamente, man non solo!); il secondo è quello, di pensare che la difesa e la conservazione dell’ambiente non siano una responsabilità personale.
Se noi accettiamo e diventiamo consapevoli che la tutela dell’ambiente è una responsabilità prima personale e poi collettiva, sapremo anche riconoscere che la sua difesa e la sua cura va cercata prima nella nostra prossimità quotidiana, nel luogo dove abitiamo e ci troviamo, per poi allargare lo sguardo all’orizzonte dell’altrove. Se ignoriamo la salvaguardia dei luoghi in cui viviamo, stiamo ignorando la salute della terra nella sua totalità. Il mondo è profondamente connesso nella sua integrità, è come un corpo vibrante e vivo, e se tutte le sue parti non sono in salute, tutto il corpo ne soffre.
Ma ha senso nel 2024, con tutte le informazioni e la cultura presente nel mondo, celebrare una giornata della Terra?
Certo! E a gran voce è necessario che la salvaguardia e la cura dell’ambiente sia tutelata e rispettata ovunque. Nonostante numerosi siano gli interventi da parte di intellettuali e scienziati e altrettante siano le iniziative che si spendono per la causa, ci sono ancora troppi comportamenti che danneggiano la nostra Madre Terra. Penso al disboscamento furioso d’intere foreste o agli incendi dolosi che le distruggono, al riversamento in mare di materiali tossici, all’utilizzo massiccio di pesticidi, alla caccia indiscriminata di animali, all’abbandono cieco dei rifiuti i mezzo ai campi o al loro mancato conferimento differenziato.
La Terra è viva, come lo sono gli alberi, gli animali, le piante, i piccoli insetti o i grandi mammiferi del mare, essi non avranno un’anima intesa come quella degli uomini, ma hanno un’essenza, una vita, una linfa che scorre in loro e dobbiamo rispettarla, amarla, prendercene cura. Questa cura non deve essere scontata, perché la natura nella sua bellezza, ci stupisce ogni giorno, sta a noi lasciarci sorprendere e investire dalla sua meraviglia, se non per noi, per il futuro di chi verrà dopo di noi: come disse Capo Seattle nel 1852 davanti agli Stati Uniti d’America, in difesa della sua terra e del suo popolo: “La Terra su cui viviamo non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito ai nostri figli”.