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domenica, Ottobre 13, 2024

Sotto il mese di maggio: proverbi e consuetudini

Da Leggere

Rossella Barletta
Rossella Barletta
Rossella Barletta, esperta di storia locale, da oltre quarant’anni indaga sul patrimonio storico, folklorico, antropologico, artigianale, gastronomico del Salento. Negli ultimi tempi il suo interesse precipuo è rivolto al recupero del lessico dialettale e gergale, prima che cada nell’oblio, coi suoi risvolti umani, sociali e storici. Tantissime le sue pubblicazioni, che possono essere consultate su www.rossellabarletta.it o sul sito edizionigrifo.it.

In questo mese il sole è sempre più frequentemente in cielo e la temperatura registra un graduale aumento che favorisce la crescita dei fiori, dei frutti e del frumento; tuttavia è possibile che si verifichino giornate fredde e, in proposito, vige il detto: mangiara le cerase sutta llu focalire, mangiarono le ciliegie dinanzi al focolare.

Normalmente: de san Catàutu esse lu friddu e trase lu càutu, di san Cataldo (10 maggio) esce il freddo ed entra il caldo. Con l’allungarsi delle giornate si sente la necessità del riposo pomeridiano: santu Nicola (6 maggio) lu minte e santu Ronzu (26 agosto) lu llea, san Nicola lo mette e sant’Oronzo lo toglie.

La pioggia, com’è noto, è sempre benefica alla campagna; guai, però, se dovesse essere incessante perché rovinerebbe soprattutto il grano che sta per maturare: a màsciu nna lumbata ci uei bbegna nna bona annata, a maggio una pioggia abbondante se vuoi che sia una buona annata (raccolto del grano); ale chiui nn’acqua te masciu e de aprile ca la carrozza cu tutte le tire, vale più la pioggia di maggio e di aprile che la carrozza con tutti i cavalli che la tirano.

 Il mese, la cui origine etimologia è incerta e non si è ancora chiarito se derivi dal dio Maius, alternativa di Giove, o da Maia, dea della Terra, è dedicato alla Madonna. Secondo alcune regole impartite da san Filippo Neri e, successivamente, da Annibale Dionisi, per tutto il mese l’immagine della Vergine si orna di fiori e si compiono atti di virtù, di mortificazione, di devozione in casa o nei luoghi di lavoro, si recitano preghiere e si osservano “fioretti”.

Quale Santo invocare di Rossella BARLETTA

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