DAL 23 AL 26 MAGGIO TAGLIATELLE – STAZIONE NINFEO A LECCE OSPITA TRE NUOVI APPUNTAMENTI DI STORIE. LA RASSEGNA DI TEATRO E MUSICA A CURA DI URA TEATRO ACCOGLIERÀ RICCARDO LANZARONE, FABRIZIO PUGLIESE, REDI HASA E UN INCONTRO CON DON ANTONIO COLUCCIA, ROBERTA MARRA E DANILO LUPO.
Giovedì 23 maggio alle 20:45 (ingresso 8 euro), in occasione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in scena “Pizzo, canti di denuncia”. Un concerto-spettacolo di Riccardo Lanzarone, con le musiche di Fabio Gesmundo, realizzato con il sostegno del comitato Addiopizzo, un movimento aperto che nasce a Palermo e che agisce dal basso, facendosi portavoce di una “rivoluzione culturale” contro la mafia, Mat Teatro e Reh Recording Studio. Una lettura scenica sonorizzata, in cui l’autore|interprete racconta storie quotidiane di sopravvivenza alla mafia. Il percorso narrativo parte dalle parole di Libero Grassi che per primo denunciò il suo estortore dicendo No alla Mafia e giunge fino alle centinaia di commercianti, imprenditori e lavoratori che negli ultimi anni stanno sempre di più chiudendo le porte al business del racket. Cos’è successo da quella prima denuncia ad oggi? Come sono cambiate in questi anni le logiche mafiose per il controllo dei quartieri? Perché si paga ancora il Pizzo? Questo progetto vuole essere una riflessione sulla condizione di schiavitù nella quale una persona si trova, purtroppo e ancora e molto spesso, solo per aver aperto un’attività in una zona “sbagliata”. Ma esistono ancora zone “franche”? Grazie alla testimonianza di alcune delle vittime intervistate, lo spettacolo tenta di infondere nello spettatore una grande speranza: la mafia non è invincibile, lo diceva per primo Giovanni Falcone il 30 agosto del 1991, proprio il giorno dopo la morte di Libero Grassi: “La mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine.”
Venerdì 24 maggio alle 18:45 (ingresso gratuito) la serata si aprirà con un incontro sul tema della legalità moderato dal giornalista Danilo Lupo (Piazzapulita – La7), con don Antonio Coluccia (coraggioso sacerdote pugliese che si batte contro la mafia e contro la droga nella capitale, fondatore di Opera don Giustino), la magistrata Roberta Marra (impegnata sul tema del diritto umanitario e delle migrazioni a seguito del fermo amministrativo della nave Ocean Viking) e gli attori Riccardo Lanzarone e Fabrizio Pugliese. Alle 20:45 (ingresso 8 euro) andrà in scena lo spettacolo “L’Acquasantissima, ultimo giorno di Don Salvatore”, una coproduzione Ura Teatro e Teatri Del Sacro con Fabrizio Pugliese, autore e regista con Francesco Aiello, e musiche di Remo De Vico (Premio della Critica – Palio Ermo Colle 2023). Che cosa determina la non contraddizione tra la cultura mafiosa e quella cattolica? Com’è possibile all’interno della stessa Chiesa la presenza di un Dio dei carnefici e un Dio delle vittime? In scena è un mafioso stesso a parlare: le storie e fatti sono filtrati attraverso il suo sguardo. La mafia può contare su miti potenti, riti, norme e simboli di forte presa, senza i quali sarebbe come un popolo senza religione, senza ideologia. I mafiosi hanno costruito un’immagine di sé da ‘uomini d’onore’, paladini dell’ordine che fanno giustizia, ma nella loro lunga storia non hanno mai difeso i deboli contro i forti o i poveri contro i ricchi. La mafia è un fenomeno di classi dirigenti, di potere: una creatura narrante, un’anima nera, il lato oscuro del pensiero meridiano.