Doveva essere una partita da sei punti, tre per la vittoria e tre per la salvezza rispetto alle dirette avversarie, che nelle partite della giornata si erano arenate in pareggi utili. Invece la squadra salentina lascia sul campo due punti utili e rimane in coda, terzultima.
Quando si è visto in campo è stato molto doloroso. Giocatori leccesi che giravano e rigiravano senza sapere do ve andare, ma soprattutto senza riuscire ad entrare nell’area avversaria e impensierire Leali, portiere genoano.
Eppure sembrava aver cominciato bene la squadra di casa quando dopo pochi minuti è Dorgu, schierato come ala destra avanzata, ad entrare in area e tirare su Leali. Poi è la volta di Krstovic a tirare da fuori e colpire il palo. I padroni casa sono anche padroni del campo perché pressano, bloccano gli avversari e fanno girare il pallone. Forse un po’ troppo. Perfino quando si trovano sulla tre-quarti del Genoa preferiscono giocare partendo dal basso, ma proprio basso. Troppo in basso. Le poche verticalizzazioni di Falcone spesso cadono nell’immenso vuoto che c’è. Krstovic si sente come una particella di sodio, soffrendo di solitudine e tante volte corre spalle alla palla nella speranza che lo raggiunga. Illusione.
Poche volte viene sfruttata l’ala sinistra dove un Gallo, in rientro stabile, ha creato seri problemi. Quelle poche volte scappa e semina l’avversario, crossa o mette la palla al centro… vuoto
Solo allo scadere un lampo genovesi, fino ad allora taccagni di occasioni, come vuole la tradizione. Vitinha riesce a scavalcare Gallo e mette la palla in mezzo dove, tra quasi dentro la porta vuota Thorsby riesce in una impresa impossibile: colpire la traversa. La palla torna in campo sui piedi di Pinamonti che tira al volo e ri-scheggia la traversa di cui sopra. Una volta tanto la fortuna può anche abitare da queste parti. Non sarebbe stato giusto come risultato, ma al Lecce “’na sciuta bbona!”, come si canta sempre da queste parti.
Nel secondo tempo si sperava qualcosa di più. Qualche tiro in più, qualche affondo più mirato, qualche azione più ficcante, qualche cosa… nulla. I salentini hanno tenuto quasi sempre la palla, ma vere azioni, veri tiri, vere occasioni,… nulla. I liguri hanno schierato una barriera da ponente a levante e non hanno permesso al Lecce di penetrare. Sul taccuino dei cronisti non è stato registrato nulla di interessante. I soliti cambi da una parte e dell’altra. Da una parte si è registrato l’esordio con la maglia giallorossa del neo acquisto Karlsson, che ha preso pochi palloni, ha battuto una punizione riuscendo a centrare la barriera. Dall’altra si è visto solo il felpato riscaldamento di Balottelli che sembrava, più che prossimo ad entrare in campo, pronto a lasciare la maglia rossoblu.
Alla fine il pubblico sconsolato ha lasciato lo stadio triste e sconsolato nel vedere il Lecce terzultimo posto a soli diciassette punti, insieme con il Cagliari, ma con una differenza reti più tragica. E’ chiaro, se non si tira in porta!