È semplicemente sorprendente, oltre che sbalorditivo, constatare come un evento sportivo, puntato più che altro sulla spettacolarità della macchina organizzatrice e della presenza degli sponsor, quale è apparsa la centottantesima tappa del Giro d’Italia svoltasi a Lecce (il 13 maggio u.s.), abbia provocato così tanto inaspettato entusiasmo tra i concittadini e partorire in un’idea dai risvolti miracolosi!
Sull’onda del colore rosa che ha “vestito” la città per adeguarsi al colore della maglia del vincitore della volata ciclistica, si è pensato di cavalcare l’onda dell’entusiasmo collettivo e istituire un giorno “in rosa” al mese, durante il quale nelle vie cittadine dovrebbero essere protagoniste le biciclette e ignorate le auto private. L’idea, plausibilissima, è stata approvata dalla sindaca che si è dimostrata entusiasta e sostenitrice dell’iniziativa.
Lasciando nella penna considerazioni in merito, mi chiedo se i soggetti in causa non siano a conoscenza di quanto segue.
Secondo la graduatoria del noto quotidiano economico finanziario “Il Sole 24 Ore” riferita al cambiamento climatico, Lecce non ne esce bene: è la 60esima in Italia, tra le peggiori del Mezzogiorno e ultima in Puglia, scivolando ulteriormente in graduatoria dopo il 51esimo posto del 2023.
Per Lecce l’indicatore peggiore è quello relativo all’indice di calore (giornate con temperatura di almeno 30 gradi), ma non va molto meglio per quanto riguarda le notti tropicali (con temperatura media di almeno 20 gradi), il caldo estremo (giornate con almeno 35 gradi), la percentuale di giorni consecutivi senza pioggia, le precipitazioni estreme (giorni con accumulo di almeno 40 millimetri in sei ore), le raffiche di vento (giorni con raffiche di almeno 30 nodi). Per quanto riguarda la temperatura media, si registra un incremento di 2,2 gradi rispetto al 2010. Questi dati gli valgono il 93esimo posto.
A riequilibrare almeno un po’ il quadro generale giocano l’indicatore della brezza estiva (nodi medi di vento da luglio a settembre) che vale il 19esimo posto, quello della circolazione dell’aria (che conta i periodi di quattro giorni senza pioggia e vento) l’indicatore dei giorni freddi (temperatura percepita inferiore o uguale a 3 gradi) e il dato del soleggiamento (ore di sole giornaliere) che vede Lecce al 20esimo posto. Questi dati sono stati forniti dal quotidiano LeccePrima.
In definitiva, per il clima e la qualità della vita riguardante il capoluogo salentino, esso è considerato tra le città peggiori del Mezzogiorno. Bene, anzi, male!
Allora signori concittadini e amministratori, indipendentemente dall’eco sentimentale-emozionante del Giro d’Italia, vogliamo prendere seriamente a cuore la necessità di usare normalmente e abitudinariamente la bicicletta per muoverci in città, lasciando l’auto a casa? O usufruire anche dei bus urbani, certo! Magari muovendoci anche piedi! Che fa tanto bene a tutto il corpo! La città è facilmente attraversabile e raggiungibile da un punto all’altro. E, da qualche giorno, è in distribuzione una mappa delle piste ciclabili a cura della Fiab Cicloamici Lecce.
Vogliamo comprendere che l’alleggerimento dell’inquinamento è diventata una necessità che incide positivamente sulla qualità della vita di tutti noi? C’è proprio bisogno di un Giro d’Italia per cambiare il proprio stile di vita ormai fuori dal tempo? E dai!!!