Da una spiaggia libera della Marina di Torre Chianca ho assistito all’incessante intervento di un aereo (numero 27) dei Vigli del Fuoco il 15 giugno, festa di san Vito, che interverrebbe contro il fuoco, i fulmini e i cani idrofobi. Dalle ore 11 fino alle 15,45 ha sorvolato la zona interessata dall’incendio e terminare i suoi interventi dopo oltre quattro ore.
Espletato il gravoso compito per cui è stato adoperato, all’ora già citata, ha preso la via del ritorno, perdendosi nel cielo interessato da una leggera foschia, dovuta al caldo e agli ultimi fumi dell’incendio. Come se nulla fosse accaduto e il suo intervento non fosse stato considerevole! Come un gigante buono che ha bloccato un disastro che si sarebbe propagato fino all’inverosimile.
Non riesco a trovare le parole giuste per descrivere intanto l’emozione dinanzi a questa immagine di commiato valoroso e il volere esprimere il senso di gratitudine per essere stata spettatrice di una lotta contro il terribile fuoco ed avere salvato un lembo di questo territorio oltraggiato da dissennati, malati, deficienti e via elencando che hanno appiccato il fuoco. O a causa di una distrazione di chi ha gettato un mozzicone di sigaretta ancora acceso che ha propagato un disastro, favorito dal vento di maestrale.
Avrei voluto battere le mani o indirizzare il segno di vittoria. Ma non mi è stato possibile. Tuttavia ricorderò per molto tempo “l’uscita di scena” vittoriosa e lodevole dell’areo giallo-rosso dei Vigili del Fuoco chissà di quale distaccamento regionale o di altra regione.
E allora, grazie, grazie e ancora grazie a questi angeli custodi! Mentre noi altri bagnanti prendevamo il sole per alcuni è apparsa la distrazione del momento da filmare con l’immancabile cellulare in mano! Per poi postarle.
Si riuscirà a inoltrare questo modesto, ma sentito ringraziamento agli intrepidi di questa benemerita operazione?
Me lo auguro!
Poi ci sarebbe da dire sulle responsabilità ambientali, sul senso civico di ognuno di noi, sulla programmazione politica e sociale riguardo la pulizia degli incolti, delle aree dismesse, dei bacini e gli affluenti, delle spiagge libere eccetera eccetera.
Intanto è desolante guardare il colore del bruciato piuttosto quello del secco, molto vicino al dorato. Che tristezza di cromatismi. E che prova di mancanza di educazione ambientale!
