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giovedì, Dicembre 4, 2025

Da una mostra di biciclette antiche quante sollecitazioni!

Da Leggere

Rossella Barletta
Rossella Barletta
Rossella Barletta, esperta di storia locale, da oltre quarant’anni indaga sul patrimonio storico, folklorico, antropologico, artigianale, gastronomico del Salento. Negli ultimi tempi il suo interesse precipuo è rivolto al recupero del lessico dialettale e gergale, prima che cada nell’oblio, coi suoi risvolti umani, sociali e storici. Tantissime le sue pubblicazioni, che possono essere consultate su www.rossellabarletta.it o sul sito edizionigrifo.it.

Con “Velocipedi d’Autunno”, l’esposizione di pregevoli esemplari di biciclette, prodotte dal XIX secolo al 1950 in Belgio, Inghilterra e Francia oltre che in Italia, presso il MUST (9-28 novembre), a cura del Gruppo Velocipedistico Pugliese di Lecce, si completa in modo encomiabile il contributo del capoluogo salentino nei confronti dell’intramontabile mezzo di locomozione monoposto.
Com’è noto, il momento culminante è stato raggiunto il 13 maggio con la tappa nel capoluogo salentino della centottantesima edizione del Giro d’Italia, accolta con entusiasmo e partecipazione dall’intera città.
Nel caso dell’anzidetta esposizione, i visitatori hanno avuto modo di osservare diversi modelli, tra cui alcuni della migliore fattura italiana, specifici per bambini e per adulti, da passeggio nonché rari esemplari da corsa, con accanto maglie e componenti dell’abbigliamento d’epoca. Appena all’ingresso è stata collocata la riproduzione in legno di un modello della bicicletta di Leonardo da Vinci, realizzata da un disegno esistente
nel “Codice Atlantico” (1478-1519).
Da quando la bicicletta fece la sua comparsa nelle strade italiane, negli anni Settanta dell’Ottocento, le sue vicende hanno sempre incrociato quelle della modernizzazione della società. Pertanto, ogni contributo espositivo, porta con sé la rilettura di alcune delle tappe più importanti della vicenda storica nazionale attraverso la storia della bicicletta, intesa come mezzo di trasporto, strumento di piacere o sportivo-competitivo. Ed anche la storia di una lunga, combattuta e non sempre vittoriosa battaglia per la conquista dello spazio pubblico, in una contesa che tuttora riguarda il pedone, la bicicletta, l’automobile, le piste ciclabili, il rispetto reciproco e pure l’indisciplina di ciascuno.
Lo scopo della mostra, come ha sottolineato Fernando Caione – presidente dell’associazione organizzatrice-, è quello di fare conoscere la storia della bicicletta: un mezzo che ha permesso agli italiani di muoversi in libertà, inizialmente per lavoro e, successivamente, per divertimento. Un mezzo antico, ma attualissimo, anzi il mezzo del futuro. Una mostra permanente, ha aggiunto, contribuirebbe a diffondere la cultura delle due ruote, iniziando dai bambini”.
Ecco, secondo me, la “chiave” in grado di tramutare la passione del collezionismo in operatività e concretezza! Perché si trasmetta ai concittadini l’abitudine all’uso ordinario della bicicletta così da contribuire a rendere meno inquinante la città – tra l’altro facilmente percorribile visto che è in pianura – lasciando l’auto a casa, occorrerebbe poco. Intanto sarebbe auspicabile che le associazioni locali del settore si uniscano per proporre insieme un programma di incentivi poiché tutte desiderano raggiungere i medesimi scopi di sostenibilità ambientale.
Ormai si sente la necessità di impartire lezioni riguardanti il codice stradale, a cominciare dalle scuole primarie e proseguendo in quelle superiori e nelle scuole-guida perché sia il ciclista sia l’automobilista rispettino le norme comportamentali che li riguardano. Ciascuno dei due deve “indossare” le vesti dell’altro. Soltanto così si comprenderanno le rispettive posizioni e si rispetteranno le regole imposte dall’uso della strada (meglio definirla carreggiata) al fine di arginare le indiscipline dell’uno e dell’altro.
Bisogna proporre momenti di educazione stradale anche agli adulti che, per distrazione o ignoranza o indifferenza, per esempio percorrono le piste ciclabili, nonché a chi conduce i monopattini che guizzano come saette, non usano segnalarsi e sono pericolosissimi.
Il Gruppo Velocipedistico Pugliese, nato dalla passione di quattro amici, organizza mostre, partecipa a competizioni dedicate alle biciclette d’epoca, cercando di trasmettere la passione per la storia ciclistica. Ha un sogno nel cassetto: realizzare un museo permanente che diventi punto di riferimento e di aggregazione.
Anche la promozione di occasioni in cui si parla di educazione stradale nelle scuole e/o nei centri sociali potrebbe essere un obiettivo da raggiungere. E se proprio non si sa da dove cominciare (cosa di cui dubito), basta prendere spunto dalle attività in tal senso che si svolgono nei Paesi Bassi, territorio all’avanguardia su questo fronte. Dove è coinvolta tutta la cittadinanza e chi la amministra.

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