Quandu le stelle uardanu lu celu,
e la luna te coste le ccumpagna,
me piace ulare comun a farfalla
tra nu pensieru e l’autru te la mente,
luntanu te prubblemi e de palore.
E bbete tandu ca me sentu intru
na gioia ca me llumena lu core,
e dhe luci luntane, e tantu ecine,
suntu pe mie nna tàceta armunia.
Il calare della notte porta con sé un’intrigante sinfonia di emozioni, avvolgendo l’uomo in un manto di tranquillità e mistero. Mentre il sole cede il suo trono all’oscurità, un sottile velo di serenità scivola dolcemente sulla mente e sul cuore umano. In questo momento di transizione, l’uomo sperimenta una gioia armoniosa, un delicato equilibrio tra il rilassamento dei sensi e l’incanto di un mondo notturno che si svela.
La calma che scende con il crepuscolo crea uno spazio per la riflessione e la contemplazione, consentendo all’animo di trovare riposo e ristoro. La luce fioca delle stelle e della luna dipinge il cielo notturno con pennellate d’argento, mentre il silenzio della notte amplifica il profumo dei fiori e il canto degli uccelli notturni. In questo scenario, l’uomo sperimenta una connessione profonda con la natura e con sé stesso, abbracciando la gioia che scaturisce dalla contemplazione di un mondo immerso nella quiete della notte.
È in questo abbraccio tra l’ombra e la luce, tra il silenzio e i suoni notturni, che l’uomo trova una gioia armoniosa, una serenità che nutre l’anima e accompagna il suo spirito verso il dolce riposo. La notte diventa così un poema silente di gioia, una melodia delicata che culla l’uomo nel suo abbraccio, regalando un senso di pace e gratitudine di fronte alla bellezza intrinseca della notte.