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venerdì, Novembre 22, 2024

Torni a casa Conte e porti i suoi amici con sè

Da Leggere

Flavio Carlino
Flavio Carlinohttp://ilgiornaledelsalento.it
Avvocato e Dottore Commercialista Pubblicista

Non c’è da fare dietrologia, il nuovo DPCM di Conte è il provvedimento peggiore che si ricordi. Da quando è  iniziata la pandemia niente è andato bene. Altro che “andrà tutto bene”. E pensare che sono stati pagati più di 400 esperti per ottenere il risultato che oggi ci è stato sbattuto in faccia. A questo punto, non possiamo più credere che tutto questo viene fatto per proteggere la nostra salute. Piuttosto credo sia più plausibile dire che le lobby, alle quali appartiene chi ci governa, vogliono ridurci alla miseria ed al silenzio per poi fare ciò che vogliono. I cinesi e i loro potenti soci compreranno tutta l’Italia, compresi i porti, e regime sarà, comunista ovviamente. Sono sempre più convinto che la teoria cospirativa, secondo la quale siamo stati venduti ai poteri forti delle multinazionali alle quali consegneremo ogni centesimo del nostro guadagno, sia una realtà. Ed è un esperimento al quale non dovremmo prestarci. Siamo solo dei topi da laboratorio.

Da qualche giorno ristoranti e bar chiusi alle 18, palestre e piscine chiuse, scuole chiuse (o aperte?), coprifuoco e spostamenti controllati. Dopo aver aperto discoteche e frontiere permettendo a migliaia di persone di stare una sull’altra per tutta l’estate, tra qualche giorno un altro lockdown. Cos’altro? Quale sventura dovrà ancora cadere sull’Italia con lei alla guida?

La chiusura dei pubblici esercizi alle 18, forse, può andar bene a Milano, dove la gente rientra a casa alle 18 dopo l’aperitivo, dove già dopo le 22 le cucine sono chiuse. Ma per il nostro sud questo non va. Anche noi lavoriamo duro, tante ore quante nel settentrione, forse di più e quando chiudiamo l’ufficio, il negozio o il laboratorio artigiano, abbiamo una maledetta voglia di andare a mangiare una pizza o di bere una birra, con la famiglia o con gli amici. E siccome per guadagnare la metà di quanto le stesse attività guadagnano al nord dobbiamo lavorare almeno 4 ore in più, alle 18 non riusciamo ad uscire di casa per una cena o un aperitivo. Quindi, chiudere alle 18 significa far morire tutti di fame, prima ancora che di virus. Questo virus che, stando alle vostre misure, la mattina non infetta, la sera si, in ufficio infetta, nella metropolitana no. Un virologo lo dice ed uno no.

Una cosa è sicura: saremo tutti vaccinati. Il sistema sanitario nazionale pagherà fior di miliardi per il vaccino, tutti a carico dei poveri cittadini, i quali, in cambio, non sono sicuri di poter avere un posto in terapia intensiva qualora dovessero essere infettati. Ma voi non avete neanche questo problema, il posto ce l’avete, eccome. E se non lo trovate nella vostra città, usate l’aereo di Stato per raggiungerne un’altra. Fa parte dei privilegi.

Allora, caro Conte, poteva darsi una mossa prima ed organizzare meglio questa ulteriore fase, poteva guadagnarseli quei “privilegi” di cui gode. Dalla prima chiusura sono passati otto mesi e non ha fatto nulla, tanto la cosa più semplice da fare era quella di “chiudere” il mondo produttivo, fino a portarlo all’estinzione. E lo sta rifacendo. Sprezzante del pericolo e dimostrando alcun senso di responsabilità nei confronti dei suoi concittadini. O dovrei dire sudditi? Forse le aggrada di più!

Di certo lei e i suoi colleghi non potrete mai comprendere la disperazione di chi ha investito i suoi risparmi in un’attività lo scorso anno e se la vede chiudere per la seconda volta in 6 mesi, perché lei, caro Conte, lo stipendio lo percepisce, mentre quei poveri piccoli imprenditori, non solo non lo percepiscono, ma rischiano anche di vedersi “vendere la casa all”asta”.

E se state pensando di promettere “quattro soldi” di cassa integrazione ai dipendenti o due soldi di bonus alle partite iva senza mai darglieli, stavolta state sbagliando proprio tutto. Questa volta non avrete il tempo di farlo.

Quindi, caro Conte, la smetta di fare sciocchezze, si dimetta e faccia governare chi lo sa fare. Governare non è il suo lavoro, a quanto pare. E, sinceramente, vorrei sapere qual’è il suo lavoro. Lo dica agli italiani e dica loro anche che non vedranno un centesimo. Anzi, dica loro che, probabilmente, dovranno “provare la fame”. Chissà che non lo capiscano, prima o poi, con chi hanno a che fare.

Vada a casa Conte, la prego. Rispetti anche lei il lockdown. Peggio di così non potrà venire, anche senza di lei.

                                                                                                                   

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