“Esprimiamo il nostro cordoglio per l’uccisione del cittadino turco e lo affidiamo all’abbraccio misericordioso del Padre” dichiarano il presidente della CEI, card. Matteo Zuppi e il segretario generale mons. Giuseppe Baturi, in attesa di ulteriori dettagli relativi all’attacco armato alla chiesa di Santa Maria a Sariyer, nel sobborgo di Büyükdere a Istanbul. Secondo alcune ricostruzioni, mentre era in corso la messa due uomini armati e col volto coperto sono entrati in chiesa sparando in aria, ma l’uomo, un senzatetto con problemi mentali, che trovava spesso rifugio nella chiesa, si è alzato urlando contro i due assalitori che gli hanno sparato uccidendolo.
“Le motivazioni concretamente non si conoscono, debbono essere ancora verificate, ma gli elementi che finora sembrano emergere lasciano ipotizzare un attacco di matrice religiosa, una motivazione di intolleranza religiosa“, riferisce a Vatican News Massimiliano Palinuro, vicario apostolico di Istanbul.
Saranno le indagini, coordinate da ben tre pubblici ministeri, a fare piena luce sulla vicenda. Non viene esclusa la pista di un’esecuzione. A riguardo il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato che sono state prese “misure necessarie” per dare la caccia agli assassini. Erdogan, che ha parlato al telefono con funzionari locali e con il sacerdote della chiesa, ha detto che “si stanno prendendo le misure necessarie per catturare i colpevoli ilprima possibile”. Da quanto comunicato dalla Polizia il primo killer è stato arrestato nel tardo pomeriggio.
Alla comunità di Santa Maria a Sariyer è giunta la vicinanza di Papa Francesco, ieri al termine dell’Angelus. Ferma condanna è stata espressa dalla premier italiana Giorgia Meloni, dall’Ue e dal Consiglio d’Europa: “Attaccare un luogo di culto è inaccettabile”, ha affermato Marija Pejcinovic Buric, segretaria generale dell’organizzazione internazionale con sede a Strasburgo, rivolgendo i suoi pensieri “alle vittime e alle loro famiglie, e alle autorità turche che stanno affrontando la situazione”.