di Don Tiziano Galati
Da pochi giorni abbiamo cominciato il cammino della Quaresima che ci condurrà fino alla Pasqua del Signore.
In tutti e tre i cicli liturgici le prime due domeniche sono “caratterizzate”: la prima dal racconto delle tentazioni, la seconda dal racconto della Trasfigurazione del Signore. L’evangelista Marco con poche pennellate ci presenta questo quadro dell’esperienza spirituale di Gesù.
Viene data per scontata la vittoria di Gesù sulle tentazioni che è possibile solo nello Spirito e mediante la sua forza, tanto che viene descritto uno scenario nuovo e pacificato: Gesù, uomo-Dio, in pace con le fiere e servito dagli angeli. Egli è l’uomo nuovo che gode di quella stessa benedizione e alleanza che Dio stipula e concede a Noè dopo il diluvio, alleanza che è esclusivo desiderio di Dio, come ci aiuta a comprendere nel testo ebraico un particolare accento, reso bene anche dalla traduzione italiana: “Quanto a me…”, è innanzitutto Dio che si impegna a nostro favore.
La benedizione di cui Noè beneficia è ri-creazione, vengono usate, nei versetti precedenti a quelli proposti dalla Liturgia odierna, le stesse parole della benedizione sulla prima coppia. Gesù che realizza questa benedizione diventa il nuovo Adamo a cui noi dobbiamo guardare.
Il diluvio e il suo vero significato vengono usati da Pietro per descrivere l’azione salvifica di Cristo che vuole fare anche di noi degli uomini nuovi.