Ilaria Salis: 4 condanne e 29 denunce all’autorità giudiziaria. I reati: invasione di edifici pubblici, resistenza a pubblico ufficiale. Ma Ilaria Salis fa conoscere le sue gesta anche oltre frontiera. Militante antifascista, a febbraio 2023 sarebbe stata coinvolta in alcuni attacchi contro militanti di estrema destra in Ungheria; risultato: 16 mesi di carcere e 20 giorni ai domiciliari. Anarchica, completamente, o quasi, dal momento che si è fatta eleggere membro del Parlamento europeo. E un’anarchica al Parlamento europeo è l’ossimoro per definizione, dato che l’anarchia sta a un Parlamento come il buio alla luce, la vita alla morte, il caos all’ordine.
Verrebbe da dire, citando l’evangelista Luca: “Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano …” e, aggiungerei, gli anarchici entrano nelle istituzioni.
Per dirla col parlatore, tal cosa “è una pessima cosa, e non fu unquanche veduta, né udita”. Non prima d’ora.
Ebbene, si! Quando si tratta di vantaggi personali, come insegnare in una scuola pubblica o sedere in un Parlamento, l’anarchia la si mette da parte. Magari quando non si farà più né l’insegnate, né la parlamentare europea, la si potrà sempre rispolverare per farla tornare agli antichi splendori.
Così si potrà professare l’anarco-collettivismo o, meglio ancora, l’anarco-comunismo, dimodoché potranno regnare disordine e caos. Ma il paradosso (del mentitore, ossia della sinistra) si raggiunge allorquando si critica la candidatura del Gen. Vannacci, tacciato di fascismo e reo di dire sempre la verità, (s)comoda per la sinistra, poiché ad ogni azione del Generale, corrisponde una sua reazione, inutile, futile, sterile e illusoria.
Non se ne può più delle banalità recitate al solo scopo di mantenere il possesso della poltrona. Battersi per l’accoglienza oltre ogni ragionevole limite, per poi permettere ai migranti di delinquere spargendo terrore nelle città, dove la gente ha paura di uscire per non essere borseggiata, rapinata e, quando va peggio, violentata. Al tempo stesso le cooperative di accoglienza sono nelle mani della sinistra. Ma mi taccio per non essere accusato di truismo.
Pur volendo tacere, però, non posso fare a meno di parlare delle irriverenze che è costretta a subire Giorgia Meloni, la nostra Presidente del Consiglio, solo perché non è di sinistra. Le si rivolge ogni sorta di ingiuria e di improperio. Anche uomini delle istituzioni la offendono, come il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che l’ha insultata attribuendole un epiteto ingiurioso irripetibile, senza tener conto, non dell’appartenenza politica, che pure era avversa, ma della sua condizione di madre, prima ancora che di donna.
Roba da farsi accapponare la pelle. Nessuna donna di sinistra ha preso le difese della Premier, ma quando Franco Battiato, nel suo intervento al Parlamento europeo in veste di assessore al Turismo, parlando della compagine politica italiana aveva detto: “Queste troie che si trovano in Parlamento farebbero qualsiasi cosa. È una cosa inaccettabile, sarebbe meglio che aprissero un casino”, il Presidente delle Regione Sicilia, Crocetta, gli revocò l’incarico perché secondo lui, ed era assolutamente vero, Battiato “Ha fatto affermazioni gravi e inaccettabili, certamente non istituzionali ed offensive. Quando si sta nelle istituzioni si rispetta la dignità delle istituzioni medesime…”.
Allora s’indignò la Boldrini, Presidente della Camera, ma ora no. Nessuna donna di sinistra ha proferito parola, neanche un semplice: siamo solidali con Giorgia Meloni in quanto donna e madre. Le donne non si offendono.
Tutto questo è semplicemente vergognoso. Le donne di sinistra dovrebbero provare imbarazzo e finanche mortificazione per le disdicevoli offese alla Presidente. Ma ciò comporterebbe uno sforzo titanico e un utilizzo improprio dell’intelletto: quello della razionalità che sacrifica la militanza per un fine più nobile, il senso di appartenenza al genere femminile, ben più importante di qualunque attivismo. In particolare da parte di chi si è battuto e si batte per le pari opportunità e per i diritti delle donne.
Che tristezza!