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venerdì, Dicembre 26, 2025

Il Natale della fraternità: a Lecce Sant’Egidio apre le porte e scalda i cuori

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di Francesca Giannelli

Il Natale della fratellanza e della solidarietà riscalda i cuori e abbatte la solitudine. La Comunità di Sant’Egidio a Lecce compie il miracolo dell’amore presso la Chiesa di Sant’Irene il 25 dicembre aprendo le porte a tutti. 

Più di duecento animi riscaldati e custoditi dalla fraternità e dell’accoglienza, quelli degli ospiti della Comunità di Sant’Egidio in Lecce il giorno di Natale presso la Chiesa di Sant’Irene per il pranzo di Natale.

Il freddo non si è sentito più, nonostante il clima rigido degli ultimi tempi ed il vento sferzante. Persone provenienti da Paesi lontani e per l’occasione spostatisi anche dalla provincia di Brindisi oltre che di Lecce. La giornata del 25 dicembre della nascita di Dio “fattosi bambino” si è trasformata in un viaggio tra amici, in un percorso di condivisione, di sorrisi, di aiuto: do ut des, anima con anima. Un centinaio di volontari supportati nelle attività sanitarie da un presidio sanitario della Croce Rossa che ha garantito aiuto e protezione, hanno servito il pranzo offerto dalle donazioni della Comunità di Sant’Egidio e da attività commerciali locali.

La Comunità di Sant’Egidio è un movimento internazionale di laici, che si fonda su preghiera, poveri e pace e ha la sede centrale storica a Roma. Presente in tutto il mondo, la Comunità ha registrato a Natale 2025, circa 80mila ospiti in Italia e in 250mila nel mondo insieme per la festa più bella dell’anno, come recita il comunicato stampa di Sant’Egidio. Insieme ai senza fissa dimora, anziani soli, famiglie in difficoltà, minori stranieri non accompagnati, rifugiati venuti da corridoi umanitari. Comunità cristiana nata nel 1968 a Roma all’indomani del Concilio Vaticano II, per iniziativa di Andrea Riccardi in un liceo del centro di Roma ed oggi diffusa in 70 Paesi del mondo, con particolare attenzione alle periferie e ai periferici, raccoglie uomini e donne di ogni età e condizione uniti da un legame di fraternità nell’ascolto del Vangelo e nell’impegno volontario e gratuito per i poveri e la pace. La Chiesa di Sant’Irene a Lecce ha visto innanzitutto la celebrazione eucaristica del Natale al mattino a cura di don Emanuele Tramacere e la sua profonda riflessione nella commovente omelia sull’Amore essenziale di Cristo che “si sa spogliare” (da kevòς parola greca che significa “spoglio”, “privo” ) , Gesù Cristo che incarnandosi prende la forma di servo , come descritto nella Lettera ai Filippesi (2:7) e la salvezza del mondo che ha senso solo se va verso tutti i confini del mondo e li supera (dal greco xenos “straniero“). La meravigliosa chiesa barocca di fronte alla Piazza Sant’Oronzo in linea d’aria è diventata la sede nella sua ampia navata centrale, di circa una trentina di tavolate ampie con una decina di posti a sedere cadauna che hanno preso il posto dei banchi. Proteggere la pace con la consapevolezza che la guerra è di fatto la madre di ogni povertà, spinge la Comunità a lavorare facilitando dialogo nell’impegno ecumenico e nel dialogo interreligioso nello “Spirito di Assisi”. Maria Teresa Greco la responsabile della Comunità di Sant’Egidio che a Lecce ha sede in Via Vito Fazzi, dove si organizza l’aiuto quotidiano per i più bisognosi, sostiene speranzosa: “lo abbiamo definito un sacramento del povero, perché i poveri sono parte della nostra famiglia, stare con i poveri non rappresenta per noi solo dare aiuto materiale, ma significa un incontro, un’amicizia, un legame che ci cambia e ci fa incontrare Gesù. Il pranzo di Natale è il simbolo di una società che vogliamo realizzare: pacifica”. L’arcivescovo Metropolita Mons. Angelo Raffaele Panzetta ha regalato la sua presenza generosa salutando e benedicendo tutti presso il pranzo di Sant’Irene.

Questo pranzo di fraternità è proprio in linea con il Mistero dell’Incarnazione – ha sottolineato l’Arcivescovo – perché Gesù è venuto a dirci che Dio è Padre e dunque noi siamo tutti fratelli: lo chiamerei pranzo di fraternità! Auguri di cuore a tutti e un abbraccio!”. Ha fatto seguito la preghiera di benedizione del pranzo ed il ringraziamento per il dono della fraternità e della pace. Occhi di felicità e riconoscenza degli ospiti tutti anche davanti alle centinaia di doni scelti ad uno ad uno e personalizzati in base alle caratteristiche e alle esigenze di ognuno. Donare arricchisce più di ricevere e la generosità e l’accoglienza sono tra i valori sacri e fondamentali che rendono l’essere umano degno di essere definito tale. 

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