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giovedì, Novembre 21, 2024

Santa Maria del Casale nella storia e nella cultura di Brindisi 

Da Leggere

 

«L’uomo non può pensare alla propria vira se non come un pellegrinaggio. Homo viator. Pellegrino dell’Assoluto».

(Papa Giovanni Paolo II) 

Celebre fra i santuari brindisi fu in ogni tempo quello di Santa Maria del Casale. Di esso offrì  una commossa descrizione Serafino Montorio il 1715: «Poco più di un miglio distante da  Brindisi sopra la destra parte del porto era anticamente un casale, di cui ancora comparisce  qualche vestigio, ove vedevasi una. piccola cappella colla detta immagine, per la quale  compiacevasi nostro Signore mostrare molti miracoli, la fama de’ quali ..diede … motivo di  edificarvi una chiesa maggiore a gloria della Vergine: e questo tempio vollero, che racchiudesse  in mezzo … la detta. immagine con tutto il muro, in cui era dipinta, su l’altare maggiore per darle  luogo più nobile. È ella dipinta a mezzo busto col Bambino Gesù fra le braccia, ed il colore del  volto di ambedue più tosto va al fosco, che altro. Per li continuati miracoli, che il Signore opera  per suo mezzo, vi si vede un concorso d’infermi senza numero, sanando ella ogni sorte di male a  chi bisognoso al suo celeste aiuto con fede ricorre, e per ordinario tutti ne ritornano a casa  consolati. Quelli, che sperimentano più frequenti le grazie di quella Sovrana Protettrice, sono i  marinari, e naviganti, quali trovandosi tal ora bersagliati da fiere tempeste, ed in pericolo di  naufragio, basta solamente, che invochino quella potentissima Signora, e cessano i venti, il mare  tranquillasi, ed eglino salvi, ed allegri si riducono al porto. Altri poi, infrante le loro navi ò dalla  furia delle onde, o dalle percosse de’ scogli, già quasi assorbiti dal mare, invocando Maria del  Casale, si son veduti, senza saper come, portati salvi alle spiagge come osservasi in molte tabelle  votive quali pendono copiosissime dalle mura di quel magnifico tempio». 

Santa Maria del Casale documenta eloquentemente il progressivo approdare al gotico di  maestranze in cui è ancora viva la grande lezione romanica. Il protiro pensile, cuspidato,  riassume lo schema della bicroma facciata. L’interno è a croce latina, con navata e transetto con  copertura a capriate, il coro, lanciato dietro l’altare maggiore, con volta a crociera. Gli affreschi  evidenziano un retroterra culturale che, pur legato ancora alla maniera bizantina, appare tuttavia  non refrattario a nuove acquisizioni le cui direttrici possono identificarsi sia nei rapporti con la  capitale del regno che lungo le rotte commerciali adriatiche. Sulla controfacciata è, su quattro  fasce parallele, il Giudizio Universale eseguito da Rinaldo da Taranto ai primi del XIV secolo.  L’adiacente convento, iniziatosi a costruire dai Minori Osservanti, fu completato dai Minori  Osservanti Riformati fra 1635 e 1638. 

L’importanza del santuario, monumento nazionale, giustifica e rende necessari interventi che  valgano ad assicurare la conservazione sia della struttura che dei magnifici affreschi, esempio  insigne, a un tempo, di arte e devozione.

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