Nel percorso delle tradizioni del Salento, c’è un’antica tradizione che continua a illuminare le notti e a scaldare i cuori: le fòcare. Il loro è un fascino intramontabile e rappresentano non solo un’icona della cultura locale, ma anche un rito che si tramanda da generazioni.
Le fòcare realizzate con maestria artigianale, scaldano le fredde notti invernali, diventando uno status simbolico, veri e propri altari del fuoco, luoghi di incontro e di condivisione.
Im questa scia di feste del fuoco che riscalda la nostro terra, dopo la nota fòcara di Novoli, si accende a Melendugno la Fòcara di San Niceta del Terremoto.
In questa cittadina a due passi dalle meravigliose spiagge di Torre dell’Orso e dei faraglioni di Sant’Andrea, si festeggia due volte all’anno il santo protettore, San Niceta. La festa patronale ricorre il 16 settembre, tuttavia per onorare la protezione da parte del santo durante il catastrofico terremoto del 1743 si accende ogni anno la fòcara realizzata con i residui delle potature invernali degli alberi di ulivo.
Appuntamento quindi a Melendugno stasera a partire dalle 18.00: dopo le funzioni religiose, la processione si snoda per le vie del paese, per concludere con l’accensione della fòcara, tra fuochi d’artificio e musiche tradizionali e non, con la partecipazione della cittadinanza e dei paesi vicini.
Il fuoco diviene simbolo universale: la fiamma simboleggia il sacro, l’amore, la luce, la gloria e la purificazione.