A partire dal 1º gennaio 2020 dovrebbe scattare il divieto per l’uso dei contanti per somme fino a 2.000 euro. Tale limite dovrebbe restare in vigore fino al 31 dicembre 2021, dopodiché, a partire dal 1º gennaio 2022, il divieto dovrebbe scattare addirittura a 1.000 euro. Sarà questo infatti il nuovo limite per le transazioni in contante che possono essere effettuate al di fuori del circuito degli intermediari bancari e finanziari abilitati. Un limite che riporta il Paese indietro di dieci anni, dato che, attualmente, la norma prevede un limite per il trasferimento di contante e titoli al portatore in euro e in valuta estera fissato a 3.000 euro.
Mettiamo un po’ d’ordine nella disciplina della circolazione del denaro contante.
Cominciamo col dire che dal 2002 al 2022 (con l’ultima prevista dall’attuale governo) si arriverà a 10 modifiche, cioè una ogni due anni. Troppe per un Paese come l’Italia, in cui si parla di limiti all’uso del contante come misura di contrasto all’evasione fiscale, mentre il provvedimento è inserito nel decreto relativo alla disciplina antiriciclaggio.
Quella dei limiti alla circolazione del denaro contante è una questione molto seria, considerato il vasto campo di azione. Essa abbraccia, infatti, non solo gli acquisti di beni e servizi, ma anche le donazioni in denaro tra parenti, ad esempio.
Ora cerchiamo di capire cosa vieta la legge.
Premettiamo che l’impedimento si traduce in un generale divieto di trasferimento del denaro contante nei confronti di chiunque, ma pur sempre tra soggetti diversi. Ciò significa che ognuno di noi può prelevare o versare in banca qualunque cifra, perché non esiste alcun limite a prelevamenti e versamenti dal proprio conto corrente. Il problema si pone, quindi, solo nei trasferimenti di denaro tra soggetti diversi.
Ma bisogna fare una riflessione di natura squisitamente fiscale. Se verso denaro contante, quindi non tracciabile, il Fisco me ne chiederà la provenienza e se si ha una giustificazione seria, non si avrà nulla da temere. Se, invece, prelevo denaro contante, cosa succederà? Chi esercita un’attività imprenditoriale può essere chiamato a giustificare anche i prelievi, se essi superano i 1.000 euro giornalieri e i 5.000 euro mensili. Non saranno ammessi pagamenti frazionati nel tempo.
Un ulteriore profilo a cui guardare è la comunicazione oggettiva a cui sono soggette le banche, l’ufficio postale e gli altri intermediari finanziari i quali devono segnalare all’Unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia chi movimenta contanti da 10.000 euro in su al mese, anche se in maniera frazionata. Non si tratta di segnalazione di operazione sospetta, ma non bisogna stare tranquilli, in particolar modo se si ha intenzione di ripetere questo tipo di operazioni nel tempo.
Le sanzioni sono salate nel caso in cui il trasferimento non in regola venga segnalato. La sanzione, infatti, va da 3.000 a 50.000 euro e può arrivare a 15.000 o 250.000 euro per violazioni ai limiti del contante che eccedono i 250mila euro.
Attenzione, quindi!