L’Italia è tra i Paesi più colpiti al mondo dalla contrazione del PIL 2020 a causa del corona virus: – 9,1% è il dato inquietante. La fonte è il Fondo Monetario Internazionale. L’economia mondiale entra nella fase della recessione con un – 3% nel 2020 ed una crescita del 5,8% nel 2021. Ma l’Italia, si sa, si distingue sempre quando si tratta di dati negativi. Questi numeri danno l’idea di come è stata gestita l’emergenza dal governo in carica. Il finale era scontato.
In Europa solo la Grecia quest’anno ci supererà, con una riduzione del Pil del 10%, mentre fuori dall’Europa, peggio di noi faranno il Libano (-12%), il Venezuela (-15%, in ripresa rispetto all0anno prima) e Macao (-29,6%). La Germania, invece, subirà una contrazione del 7% quest’anno e del 5,2% l’anno prossimo. Gli USA caleranno del 5,9%. La Cina e l’India sono in crescita, rispettivamente, dell’1,2% e dell’1,9%.
Lo stesso FMI, prima della pandemia, stimava una crescita del 3,3%. Ora, ben 170 paesi nel mondo subiranno un calo di PIL. Il danno potrebbe ammontare a 10.000 mdl di dollari. Il Fondo raccomanda interventi mirati a sostegno dei Paesi più colpiti, in quanto, l’attuale crisi non è per nulla paragonabile a quella del 2009 che vide una flessione del PIL dello 0,1%.
Il direttore generale de FMI, Kristalina Georgieva, ha dichiarato che quella in corso sarà la recessione più profonda dopo la Grande depressione del 1929.
Non solo. Ma le previsioni di ripresa per il 2021 potranno verificarsi solo se la pandemia scomparirà entro il 2020. Se, al contrario, la pandemia e le misure economiche di contenimento dovessero prolungarsi e lo stress finanziario persistesse, s’innescherebbe un effetto panico e i fallimenti d’impresa aumenterebbero così come, pure, la disoccupazione.
Se, invece, la pandemia dovesse persistere, numeri peggiori si ripercuoteranno sul 2021. Quindi,
La priorità immediata è contenere la pandemia aumentando la spesa a sostegno dei sistemi sanitari, poi, durante il lockdown, raccomanda il FMI, i Governi devono mettere le persone nelle condizioni di provvedere ai loro bisogni e garantire che le imprese possano ripartire rapidamente appena sarà terminata la fase acuta della crisi. Per questo servono politiche di bilancio, monetarie e finanziarie consistenti e mirate. Proprio quello che non ha fatto il nostro governo.
In molti Paesi, tra i quali non figura l’Italia, la risposta è stata rapida e significativa, ma nonostante tutto gli interventi di sostegno dovranno essere prolungati se prolungato sarà il blocco dell’attività economica sarà prolungato. Il mercato del lavoro ne uscirà traumatizzato. Per l’Italia, il Fondo prevede una disoccupazione in aumento di quasi il 3% che, quindi, si assesterà di poco al di sotto del 13%, in Portogallo del 14%, in Spagna del 21%, in Grecia del 22%. La media dell’Eurozona sarà del 10,4%, con la Germania che rimane sotto al 4%. Anche gli Stati Uniti saliranno dal 3,7% del 2019 al 10,4% del 2020.
Lo stress finanziario è in continuo aumento, in quanto chi ha debiti non sarà in grado di far fronte ai suoi impegni nel breve periodo e ciò potrebbe mettere a dura prova anche il sistema bancario.
Ma di una cosa il Fondo è sicuro: se non ci sarà cooperazione tra Stati per rallentare il contagio e sviluppare un vaccino nessun Paese sarà al sicuro dalla pandemia, da una eventuale ritorno del virus e da un peggioramento del quadro economico finanziario internazionale.