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sabato, Novembre 23, 2024

Reddito di cittadinanza e stretta sulle partite iva agevolate. Due pesi e due misure

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Flavio Carlino
Flavio Carlinohttp://ilgiornaledelsalento.it
Avvocato e Dottore Commercialista Pubblicista

I dati forniti dall’Inps indicano che a fronte di 915.600 nuclei familiari destinatari del Reddito di cittadinanza, con 2.370.938 persone coinvolte hanno trovato lavoro, fino a oggi, non più di 30 mila percettori del Reddito di cittadinanza su una platea di poco meno di 815 mila potenziali lavoratori: una percentuale di poco superiore al 3,5% che da sola certifica il fallimento dell’intervento sociale, pensato come strumento ponte tra disoccupazione e lavoro. Il fallimento è anche più strepitoso se si considera che solo una quota minima dei neo-occupati ha trovato lavoro attraverso le attività dei navigator, dei centri per l’impiego o dell’A.N.P.A.L. Ciò significa che, all’enorme spreco di denaro per il sussidio, si aggiunge anche quello del costo di un apparato pubblico di servizi che non ha funzionato.

In conclusione, il 70 per cento dei beneficiari del Reddito di cittadinanza non ha stipulato “il patto di servizio”, che è il momento da cui si attivano tutte le misure per favorire l’accesso al lavoro. 

Parallelamente, il governo ha fatto dietro-front sulle agevolazioni concesse alle partite iva con volume d’affari inferiore a 65.000 euro.

Da un lato concede, e spreca, denaro regalandolo a chi non lavora, dall’altro penalizza chi, non avendo un lavoro, o avendo voglia di fare, ha iniziato un’attività senza chiedere niente allo Stato. L’unica agevolazione, la tassazione agevolata, è stata ad essi negata con la reintroduzione di limiti che mettono il titolare di partita iva di fronte ad un bivio: continuo l’attività senza garanzia sui risultati o chiudo la partita iva, licenzio il dipendente che riuscivo a pagare grazie alla flat tax e lo costringo a chiedere il Reddito di Cittadinanza o l’indennità di disoccupazione?

Il dubbio è amletico e se è vero, com’è vero, che “di doman non c’è certezza”, come diceva Il Magnifico, chiudo la partita iva e … “chi vuol esser lieto, sia”.

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