“C’è da preoccuparsi, questo governo vuole sostituire una cultura non solo dei posti“. Lo dice Corrado Augias a diMartedì, da Flores, preoccupato dal tentativo di riequilibrio dello Spoil system Rai posto in essere dal Governo Meloni. Secondo il giornalista non c’è niente da riequilibrare, poiché la Rai è come i Carabinieri, fedele sempre. “Nessuno mi ha cacciato, ma nessuno mi ha trattenuto“, dice. E meno male che nessuno lo ha cacciato. Allora c’è da chiedersi se è il Governo a voler sostituire una cultura, o sono i fuggitivi a non voler cambiare la loro? Bella domanda. Sta di fatto che, poverini, gli sfollati stanno affrontando una guerra per approdare alle TV private dove li attendono cachet milionari e, finalmente, la libertà tanto agognata. C’è tanto di drammatico in questa storia. Hanno dovuto lasciare la loro casa, per andare a finire, ahimè, in luoghi cupi dove troveranno freddo e fame. Se fossero rimasti in Rai, invece, avrebbero dovuto indossare stivali e camicia nera e iniziare la trasmissione con la mano destra alzata a 45 gradi. In compenso non saranno più a 90. Non dovranno più sottostare al regime latente della sinistra che professa la libertà, ma solo dal fascismo.
Sembra proprio che da quando Giorgia Meloni ha concluso la marcia sull’Esquilino, a Roma, anzi in Italia, sia tornato il fascismo. Ma del comunismo nessuna traccia. Se ne guardano bene i comunisti dal parlare di foibe, tranne il Re Giorgio (Napolitano), che ebbe il coraggio, anche contro il suo regime, di parlare di “imperdonabile orrore contro l’umanità” e di “congiura del silenzio”. Le foibe di Tito sono sempre state oggetto di oblio da parte del “regime comunista italiano”, con la complicità di chi non voleva ricordare.
Niente più libertà di pensiero, quindi, censura, manganellate, deportazioni, dalla Rai verso mete torve, le TV private, dove tutti troveranno, ripeto, freddo e fame e moriranno di stenti, coi loro contratti milionari e la libertà di esprimere, in ogni futile pensiero, il concetto di socialismo e comunità.
E se Augias è a La7, Amadeus raggiungerà Fabio Fazio a Nove, dove percepirà il modico cachet di 10 mln di euro. Poverino. Gli stenti lo uccideranno. Ma se vogliamo parlare d’altro possiamo pensare alla presenza della figlia di uno dei comunisti più famosi d’Italia, Bianca Berlinguer, che continua a lavorare in una TV privata, Rete4, che di comunista non ha nulla, senza cambiare nulla.
Più furba, forse, è stata Lucia Annunziata, che ha subito approfittato della caduta del regime comunista catodico per rassegnare “nuove dimissioni” e, probabilmente, candidarsi alle Europee. Nessun “revisionismo”, invece, per il programma dello storico Paolo Mieli.
Insomma, ad artisti e intellettuali non piace questa nuova esperienza. Non sono abituati ad un vero cambio di amministrazione. Checco Zalone li avrà pur consigliati di non lasciare il posto fisso, ma loro non sono abituati all’obbedienza. In Rai hanno sempre fatto di tutto, liberamente e senza freni. Ora, invece, dovranno rispondere a qualcuno delle loro decisioni e questo non va bene.
Soprattutto non va bene non poter parlare male di qualcuno. Cose mai viste in Rai. Strabiliante!!!
Peccato che nessuno si sarebbe accorto di nulla se non ne avesse parlato la “parte lesa”. Lesa? Si, lesa Maestà.
Ma finalmente quest’anno vedrò Sanremo! Spero!